È proprio dura crescere in Italia: un minore su quattro è a rischio povertà. Il report Istat per il 2024 sulle condizioni dei minori non fa sconti a nessuno e snocciola cifre e numeri che restituiscono l’immagine, che dura da troppi anni, di un Paese che non sembra proprio voler essere più “amico” delle famiglie, nemmeno ora che le culle sono vuote e che si rischia di finire nel baratro economico e sociale da qui a qualche decennio. I dati degli analisti di via Balbo sono impietosi e, purtroppo, confermano quanto accade ormai da anni in Italia. I minori, under 16, che rischiano l’esclusione sociale sono il 26,7 per cento del totale. Questo, però, è il trend a livello nazionale e che riguarda tutti. Già, perché se si divide il Paese per macroaree geografiche si scopre che al Sud il rischio povertà per i ragazzini è di gran lunga superiore e porta il tasso di rischio al 40,9%. Finita qui? Niente affatto. Perché c’è il tema dei bambini e dei ragazzi di origine straniera. Che non è per niente rassicurante. Il rischio di scivolare nell’esclusione sociale, per le famiglie straniere che vivono in Italia, è notevolmente più alto e raggiunge complessivamente il 43,6%. Più del doppio. Dato che raddoppia, ulteriormente, se si prende in considerazione, ancora una volta, il criterio della residenza geografica. In questo caso parlare di rischio è un azzardo, sarebbe meglio parlare di realtà dal momento che quasi otto minori di origine straniera su dieci che vivono al Sud corrono il pericolo di scivolare nell’indigenza. Il tasso è più che doppio e raggiunge il 78,2%. Tuttavia, se i numeri sono questi c’è pur da badare all’altra faccia della medaglia, al bicchiere mezzo pieno. Come riferiscono gli analisti dell’Istat, difatti, i numeri – seppur gravi – risulterebbero in miglioramento rispetto a quelli registrati nel 2021 quando l’incidenza del rischio povertà, al Sud, affliggeva il 44,6% dei minori mentre al Nord si stabilizzava attorno al 14% rispetto al 9,3% del 2024.
Ma i problemi dei ragazzi, in Italia, non finiscono certo nel rischio di finire a languire in povertà. Perché c’è già chi vive in condizione di esclusione sociale. Si tratta dell’11,7 per cento dei ragazzini under 16. Ognuno di loro presenta almeno tre dei segnali di deprivazione materiale e sociale specifici. In pratica, si parla di un bambino su dieci. Un trend preoccupante ma migliore rispetto a quello della media europea secondo cui i minori sotto i sedici anni a vivere in stato di povertà e indigenza è pari al 13,6 per cento. Un tema, questo, che dovrebbe far riflettere molto (anche) a Bruxelles. C’è, infine, il dato inquietante dei minori che patiscono la fame. Anche in Italia, pure nel 2025. L’insicurezza alimentare, stando ai numeri pubblicati dall’Istat, è un problema che interessa fin troppo da vicino il 4,9% dei ragazzini che vivono nel nostro Paese. Rispettata, anche in questo caso, la “solita” differenza tra le aree macroterritoriali. Il problema è meno sentito al Centro, dove è avvertito dal 2,1% dei minori. Leggermente più alta, invece, l’incidenza al Nord stimata nel 3,1%. Le cifre, purtroppo, schizzano se si prende in considerazione il Mezzogiorno e salgono fino all’8,9 per cento.
Ma quali sono le famiglie maggiormente a rischio? In prima battuta, ci sono i nuclei familiari composti da un genitore con due o più figli. Rispetto alle rilevazioni del 2021, la condizione di questo tipo di famiglia è peggiorato addirittura di tredici punti percentuali e oggi il rischio di povertà assomma in queste condizioni arriva al 53,3%. Il pericolo resta forte per le famiglie con entrambi i genitori e almeno due figli (26,2%) ma in miglioramento rispetto a quattro anni fa (allora il trend era al 30,3%).
La tipologia familiare si associa a importanti differenze nelle condizioni economiche dei minori. Nel 2024, è a rischio di povertà o esclusione sociale più della metà (53,3%) con un minore che vivono in famiglie monogenitore con 2 o più figli, fenomeno che registra un peggioramento di oltre 13 punti percentuali rispetto al 2021. Quando nella famiglia monogenitore è presente solamente la madre, secondo le rilevazioni Istat, è a rischio di povertà o esclusione sociale il 48,4% dei minori (42,4% nel 2021), mentre la percentuale scende di quasi 8 punti (30,9%) nel caso di famiglie in cui è presente solo il padre (25,6% nel 2021). Il rischio per i minori che vivono con entrambi i genitori e almeno un fratello è circa la metà (26,2%) e anche in miglioramento rispetto al 2021, quando era pari a 30,3%. Infine la questione dei titoli di studio: la laurea non darà accesso alla ricchezza e, talora, nemmeno alla stabilità ma il rischio di povertà è superiore di ben cinque volte (51,8%) in quelle famiglie in cui i genitori ha la laurea (e in questo caso per il minore il rischio povertà cala al 10,3%).