Burro, allarme prezzi/2: focolai malattie, Sardegna isolata
Allarme in Italia e in Europa per le malattie che stanno colpendo i bovini nell'isola
Sull’aumento del prezzo del burro, la variabile di rischio in Italia è causata dalla dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease, LSD). E’ una malattia virale che colpisce bovini e bufali, attualmente in espansione in Sardegna, dove sono stati confermati alcuni focolai e numerosi casi sospetti.
La malattia, trasmessa principalmente da insetti vettori (zanzare, mosche, zecche), causa febbre, lesioni cutanee, riduzione della produzione di latte e, nei casi più gravi, aborti e morte degli animali. La morbilità può raggiungere il 45%, con mortalità fino al 10%.
Prezzo burro, la variabile di rischio per le malattie bovine
Questa emergenza sanitaria incide direttamente sulla produzione di latte, materia prima essenziale per il settore lattiero-caseario, compreso quello del burro. Se la malattia si diffondesse ulteriormente, potrebbe ridurre la disponibilità di latte crudo, aumentare i costi di gestione degli allevamenti e, di conseguenza, aggravare la pressione al rialzo sui prezzi delle materie prime, già in crescita per altre cause strutturali.
I focolai in Sardegna
Al momento, tutti i casi confermati di LSD in Italia sono concentrati in Sardegna. Non ci sono evidenze di focolai nel resto della penisola, ma la situazione è in continua evoluzione e il rischio di diffusione esiste, soprattutto considerando il ruolo degli insetti vettori e la possibilità di movimentazione non controllata degli animali.
I focolai originari erano 12: uno in Lombardia che ufficialmente è stato estinto il 28 giugno, undici in Sardegna. Dieci sono quelli in provincia di Nuoro, uno in provincia di Sassari. Gli animali coinvolti registrati sono stati 1.281, 340 i capi abbattuti o deceduti. Alla fine dello scorso mese i focolai sardi confermati erano cinque, in una settimana il numero è più che raddoppiato, facendo emergere una circolazione virale che i tecnici fanno risalire agli inizi del mese di aprile.
La Sardegna è stata isolata con il blocco totale delle movimentazioni di bovini verso il continente, proprio per prevenire la diffusione della malattia.
Gli interventi in Europa e in Italia
Le autorità italiane ed europee hanno attivato una risposta rapida e coordinata, con il blocco delle movimentazioni. È stato imposto il divieto assoluto di spostare bovini dalla Sardegna al resto d’Italia, misura confermata anche dalla Commissione Europea.
Sono stati sottoposti a controllo oltre 600 allevamenti sardi e sono in corso visite cliniche su circa 900mila capi nelle aree di sorveglianza.
E’ stato poi avviato l’iter per la vaccinazione di tutti i bovini sardi, con richiesta di almeno 300mila dosi alla banca vaccini dell’Unione Europea. L’arrivo e la distribuzione del vaccino sono ancora in corso e stanno generando preoccupazione tra gli allevatori.
Una missione di esperti europei (EUVET, EU Veterinary Emergency Team, un team di tecnici della Commissione Europea che fornisce supporto e assistenza in situazioni di emergenza veterinaria) ha fornito indicazioni tecniche per il contrasto alla malattia, sottolineando la necessità di una strategia integrata che includa il controllo dei vettori, la biosicurezza e una comunicazione trasparente.
Le associazioni di categoria, per esempio Coldiretti, chiedono interventi urgenti per circoscrivere i focolai, rafforzare i controlli e garantire tutele agli allevatori, già sotto pressione economica.
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