Attualità

Sale la spesa per le pensioni, vola l’occupazione: il rapporto Inps

Il ministro Calderone rilancia la partecipazione per riscattare le retribuzioni

di Giovanni Vasso -


Presentato il rapporto Inps di un Paese che invecchia, in cui c’è sempre più difficoltà a incrociare domanda e offerta di lavoro, da cui i ragazzi scappano: eppure, l’Italia, mostra i primi segnali. L’occupazione vola e il sistema delle pensioni è “solido”.

I numeri del rapporto Inps

I numeri snocciolati dall’Inps sono interessanti. A cominciare dalle pensioni e dagli assegni sociali. La spesa generale resta in aumento e ammonta, come si legge nel report, a 320,5 miliardi di euro. Sale pure la spesa per l’assegno unico universale, il cui esborso, con l’adeguamento all’inflazione, aumenta di circa 1,9 miliardi di euro. Il sostegno al reddito sale di mezzo miliardo (505 milioni), quasi quanto il costo dei congedi parentali (543 milioni in più) mentre si sfiora il miliardo (946 milioni in più) per i trattamenti di disoccupazione sommati ai bonus correlati.  Per quanto riguarda, invece, le pensioni, che da sole rappresentano il 92% delle uscite dell’Inps, l’esborso medio è di 1.444 euro (lordi) a fronte di un importo medio lordo mensile dei trattamenti assistenziali (e che riguarda pensioni, assegni sociali e prestazioni agli invalidi civili) di poco più di 500 euro. La quasi totalità dei pensionati italiani, pari al 96% circa dell’intera platea, secondo gli analisti Inps, percepiva almeno una prestazione dall’istituto e aveva un reddito lordo mensile medio di circa 1.884 euro. Il restante 4% non beneficiava di prestazioni da parte dell’Inps, ma percepiva rendite Inail, pensioni di guerra o pensioni da casse professionali, fondi pensione ed enti minori.

Occupazione in crescita, boom per giovani e stranieri

La spesa per le pensioni, anche a causa dell’invecchiamento del Paese e della crisi demografica, è in costante aumento. E ciò nonostante l’innalzamento (effettivo) dell’età pensionabile che, ormai, è salita a 64,8 anni. Ma la buona notizia c’è. E riguarda i numeri dell’occupazione. Secondo gli analisti Istat, difatti, negli ultimi cinque anni, e cioè dal 2019 al 2024, i dipendenti privati sono saliti di 1,7 milioni di unità. Erano 19,1 milioni, sono adesso 20,8. Un aumento che ha riguardato pure i giovani, in particolare gli under 30: 600mila nuovi ingressi nel mondo del lavoro, 107mila in più solo tra 2023 e 2024. Aumenta, in maniera significativa, l’occupazione per gli stranieri extracomunitari: +665 mila nel periodo, +175 mila nell’ultimo anno. Il segmento è stato tra i più performanti: le assunzioni per gli stranieri, difatti, hanno mostrato un tasso medio annuo sul periodo 2019-2024 pari a quattro volte quello complessivo (6,9% rispetto all’1,7%).

Le parole di Calderone

Il ministro al Lavoro e politiche sociali Marina Elvira Calderone, a fronte dei dati dal rapporto Inps, ha esultato: “Ogni giorno in Italia nascono nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato – questo ci dicono tutte le rilevazioni statistiche – contribuendo all’aumento dell’occupazione stabile, grazie alle scelte del nostro governo”. Quindi ha aggiunto: “Il numero degli occupati ha raggiunto livelli record e il tasso di disoccupazione è diminuito. Questo riflette un circolo virtuoso che si riflette anche nelle entrate tributarie e contributive, e nella crescita del prodotto interno lordo. È importante ricordare che l’Istituto, grazie alla piattaforma tecnologica istituita con il decreto-legge 48 del 2023, gestisce non solo il sistema di inclusione sociale e lavorativa – con l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro – ma anche una grande piattaforma di incrocio tra domanda e offerta di lavoro. E lo fa in modo strategico, perché tutte le prestazioni sono soggette a controlli preventivi che ci hanno permesso di risparmiare 4 miliardi di euro in indebiti, relativi a prestazioni non dovute”. Calderone ha poi voluto tirare in ballo un altro grande tema del dibattito sulle politiche per il lavoro, ossia quello della partecipazione: “Il protagonismo dei lavoratori sia fondamentale nella gestione delle aziende pubbliche, rappresentando un modo efficace per rispondere alle esigenze dei territori. Questa nuova prassi, centrale nel disegno di welfare per il lavoro che il Governo – di cui mi onoro di far parte – sta costruendo, contribuisce a combattere la desertificazione sociale, creando un contesto virtuoso in grado di favorire il benessere collettivo”. Calderone ha dunque sottolineato che, implementando la partecipazione, si potrà raddrizzare la stortura dei salari bassi che caratterizzano il mercato italiano del lavoro: “L’attuazione dell’articolo 46 darà nuova linfa, ne sono certa, anche all’articolo 36 relativo alla giusta retribuzione, non in una visione dirigista e rigida, ma in un’ottica flessibile, capace di cogliere le opportunità e minimizzare i rischi. I dati del Rapporto sulle dinamiche salariali tracciano i primi passi di questa traiettoria. Per raggiungere questi obiettivi è necessario un cambiamento di paradigma: il lavoro deve diventare la prima politica industriale”.


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