Lo studio Confindustria: “Ecco quanto vale il nucleare”
Pichetto: "Unica strada per restare tra i Paesi ricchi"
L’Italia ha fame di energia e Confindustria rivela, in uno studio condotto insieme ai tecnici di Enea, che l’eventuale ritorno del nucleare potrebbe valere fino al 2,5% del prodotto interno lordo nazionale. Il documento è stato presentato ieri nell’ambito del convegno “Nucleare Futuro” che si è tenuto alla Camera dei Deputati.
Confindustria e i numeri del nucleare
L’analisi verte attorno all’attivazione, non prima del 2035, degli Smr, gli Small modular reactors, i reattori di terza generazione e prende in considerazione, solo per il futuro più lontano, l’implementazione della quarta generazione, ossia quella degli Amr. Ebbene, secondo Confindustria ed Enea, il primo effetto positivo sarebbe negli impatti occupazionali. Col nucleare, giurano gli esperti, si creerebbero fino a 117mila nuovi posti di lavoro, 39mila dei quali nella sola filiera diretta. I costi dell’investimento, se venissero implementati con l’economia di serie su scala internazionale, risulterebbero pari al 2050, a un costo di investimento tra i 3-5mila dollari al chilowattora per un costo di generazione stimato tra i 70 e 110 dollari al megawattora. Costi che, per gli analisti, risulterebbero “in linea con le altre tecnologie”.
Pichetto e l’ultima chiamata
Il ministro all’Industria e Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento al convegno si spinge anche oltre e cita i numeri del Pniec, il piano nazionale integrato per l’energia e il clima, affermando che in base all’ultima revisione, il nucleare al 2050 potrebbe rappresentare una quota “pari all’11 per cento del mix energetico” che porterebbe a un risparmio complessivo stimato, secondo il titolare del Mimit, in 17 miliardi di euro. Senza atomo, per Urso, si pagherebbe molto di più. Gilberto Pichetto Fratin, ministro all’Ambiente e sicurezza energetica, che dopo il convegno è stato protagonista di uno scontro con una giornalista che è finito al centro della polemica politica quotidiana, è stato molto più…
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