Politica

I mille giorni del governo Meloni: intervista a Nazario Pagano

di Giuseppe Ariola -


“Raramente è accaduto nel nostro Paese che un governo avesse requisiti ed elementi di stabilità e di tenuta come quello attuale. E’ ovvio che questo si riflette anche sulle certezze che gli italiani, sull’immagine che l’Italia dà anche a livello internazionale, perché è inutile negare che la stabilità è elemento anche di autorevolezza sui tavoli internazionali. Tanto più in momenti fondamentali come quelli che stiamo vivendo adesso, con una così grave crisi internazionale sia in termini di guerre, di pace e di conflitti anche commerciali. Quindi i mille giorni del governo Meloni vanno salutati con soddisfazione, avendo la quasi assoluta certezza che questa esperienza andrà avanti fino a fine legislatura, seppure la maggioranza sia rappresentata da una coalizione di partiti ognuno dei quali ha le proprie idee”. Parola di Nazario Pagano, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera che L’identità ha intervistato in occasione dei mille giorni del governo Meloni. “Però – aggiunge -l’equilibrio che c’è tra queste tre forze e l’indubitabile ruolo di leadership di Giorgia Meloni fa sì che tutto questo venga comunque gestito in modo sereno. Il centrodestra esiste ormai dai tempi di Berlusconi che volle creare questa realtà, anche a livello locale”.

A proposito dei mille giorni del governo Meloni ha fatto riferimento a un elemento fondamentale che è quello della stabilità. Per rafforzarla, dopo la pausa estiva, riprenderà l’esame del Premierato che vedrà impegnata proprio la commissione che presiede.

“La commissione Affari Costituzionali, sia alla Camera che al Senato, in questa legislatura ha avuto un gran da fare, perché tutte le riforme, a cominciare da quella del Premierato, quella costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, quelle non costituzionali e che comunque sono quasi epocali, come quella sulla Corte dei Conti o sull’Autonomia differenziata, transitano da qui. Adesso stiamo affrontando la riforma del ministero degli Affari Esteri, nonché la gestione dei decreti sicurezza in materia di immigrazione. Il Premierato ci arriva in seconda lettura, è stata già affrontata nel 2024 dal Senato, ma per scelte politiche abbiamo preferito soffermarci sulla separazione delle carriere. Da circa un mese però abbiamo ripreso l’attività sul Premierato e siamo in fase di audizione degli esperti che sono stati chiamati in causa dai vari gruppi parlamentari. Credo che prima della sospensione feriale concluderemo questa fase e alla ripresa dell’attività affronteremo la discussione generale e fisseremo il termine per gli emendamenti. Non escludo possano intervenire delle modifiche al testo pervenuto dal Senato che richiederebbero una lettura parlamentare in più, ma è giusto che i deputati facciano il loro mestiere così come l’hanno fatto i senatori”.

Che tempi prevede per l’esame della riforma della Giustizia?

“Sono lieto che anche il Senato stia arrivando alla conclusione di questa lunga discussione. La democrazia è questo, quindi è giusto che anche le opposizioni facciano il proprio mestiere, anche se non tutte la pensano allo stesso modo. Alcuni esponenti del Pd non vedevano malissimo la riforma, anche se è prevalsa la volontà del partito di opporsi alla separazione delle carriere. Ancora una volta non hanno voluto staccarsi dagli input dell’Associazione Nazionale Magistrati e soprattutto del Movimento 5 Stelle. Ma altre formazioni, come +Europa, Azione e Italia Viva, invece, hanno preso le distanze da quell’atteggiamento di opposizione puro e semplice e hanno ritenuto che fosse necessario ritoccare e rivedere il sistema della giustizia. Anche in virtù del fatto che il processo accusatorio, intervenuto anni fa, ha cambiato i giochi in tavola. Quindi sono ben lieto che questa riforma torni alla Camera dove, in terza lettura non sarà consentito, come è previsto dai regolamenti, introdurre modifiche. Da esponente di Forza Italia sono particolarmente soddisfatto e, pensando al nostro fondatore e leader Silvio Berlusconi, mi fa molto piacere immaginare che se ci guarda dall’alto potrà con soddisfazione vedere che finalmente riusciremo ad ottenere ciò che lui ha sempre creduto fosse assolutamente necessario, cioè distinguere i pubblici ministeri dai magistrati giudicanti, fare in modo che le correnti non fossero più prevalenti al punto da interferire gravemente sulle scelte del Csm, anche sulle carriere dei magistrati. Voglio però sottolineare che la magistratura resterà assolutamente indipendente e autonoma dall’esecutivo, come previsto dalla riforma che non tocca questa aspetto già previsto dalla Costituzione. Sarà una bella pagina per il nostro Paese”.

Ripartiamo da dove siamo partiti. I mille giorni del governo Meloni dimostrano che il consenso da una parte e l’unità delle coalizioni dall’altra, determinano stabilità. È proprio necessario il Premierato per garantire la stabilità?

“La stabilità oggi c’è in virtù anche del sistema elettorale e di scelte che consentirono alla coalizione centrodestra di avere una larga maggioranza. Modificando la Costituzione si dà per certo che gli italiani sceglieranno direttamente sulla scheda elettorale chi vogliono come capo del governo, tenendo intonsa la figura del Presidente della Repubblica che resta terza e di garanzia anche se le opposizioni dicono che ci sarebbe un depotenziamento del Capo dello Stato. In realtà l’unica cosa che cambia è che non sarà il Capo dello Stato ad indicare il Presidente del Consiglio, ma direttamente i cittadini. Credo che questo non possa che far piacere agli italiani, ma lo verificheremo ovviamente al momento del referendum costituzionale. Noi siamo convinti che gli italiani siano dalla nostra parte”.


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