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Meloni contraria alle dimissioni di Sala

La premier: Ogni sindaco scelga sulle sue capacità di governare al meglio

di Giorgio Brescia -


Beppe Sala indagato a Milano, la premier Giorgia Meloni contraria all’automatismo delle dimissioni in presenza di un avviso di garanzia. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato pubblicamente che, a suo avviso, un avviso di garanzia non deve portare automaticamente alle dimissioni dell’interessato. L’intervento, a proposito della inchiesta della Procura meneghina che ipotizza l’esistenza di un sistema parallelo affiancato a quello istituzionale per la gestione delle pratiche edilizie, caratterizzato da presunte pressioni, favoritismi e irregolarità nella gestione urbanistica di Milano.

Meloni contraria a dimissioni automatiche

Meloni ha affermato di essere da sempre contraria all’automatismo del passo indietro in presenza di indagini e che ogni sindaco deve valutare se sia in grado o meno di governare al meglio in queste condizioni. Ha sottolineato inoltre che la sua posizione non cambia a seconda del colore politico dell’indagato e che la magistratura deve essere lasciata libera di fare il proprio corso.

Le parole della premier

“Penso – ha detto – che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l’automatismo delle dimissioni. Si tratta di una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario, di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati”.

Le reazioni

Nel Consiglio comunale si registrano forti pressioni da parte del centrodestra per le dimissioni del sindaco, mentre il Partito Democratico ha ribadito il proprio sostegno a Sala in attesa che venga chiarita la posizione giudiziaria.

Le accuse al sindaco

Sala risulta tra i 74 indagati nell’ambito di una vasta inchiesta sull’urbanistica. Le ipotesi di reato che lo riguardano sono principalmente due. Principalmente le false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone, gli viene contestato di avere dichiarato l’assenza di conflitti di interesse da parte di Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio del Comune, nella fase di riconferma nonostante questi avesse rapporti con costruttori e progettisti coinvolti nei lavori del Comune. Secondo la Procura, tali conflitti sarebbero stati già noti al momento della nomina di Marinoni, avvenuta nel dicembre 2024, con Sala che avrebbe fornito informazioni ritenute non veritiere.

E poi l’induzione indebita a dare o promettere utilità, ipotesi che si lega al progetto noto come “Pirellino”, in cui il sindaco avrebbe esercitato pressioni, secondo gli inquirenti, per l’ottenimento di pareri favorevoli in modo non trasparente.


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