Esteri

Israele usa i chiodi a Gaza, il papa telefona a Pizzaballa

Il governo italiano ha chiesto a Israele di interrompere le azioni militari

di Ernesto Ferrante -


Quattordici persone sono morte nella Striscia di Gaza a causa dei raid israeliani dall’alba. Inizialmente, Al-Jazeera aveva parlato di undici vittime.

I medici nella Striscia di Gaza hanno denunciato l’uso, da parte di Israele, di droni pieni di chiodi che, nel momento dell’esplosione, fanno schizzare ad altissima velocità e pezzi di metallo che colpiscono le persone provocando gravi ferite interne e copiose emorragie.

Secondo alcuni media arabi, negli ultimi 40 giorni gli attacchi con gli aeromobili senza pilota sono in aumento e prendono di mira grandi folle di persone, che si trovino nei mercati, in coda per l’acqua o in una mensa comunitaria per ritirare il cibo.

La Chiesa resiste alle bombe

Un messaggio di speranza dopo la grande paura. “Nel bel mezzo della distruzione…La campana sta suonando”, ha scritto Padre Gabriel Romanelli, ferito ieri nel raid sulla chiesa della sacra Famiglia di Gaza di cui è parroco. In un video pubblicato questa mattina, il luogo si presenta si presenta danneggiato ma ancora in piedi.

Romanelli non cede alla paura: “La Chiesa della Sacra Famiglia non è silenziosa! Le sue campane suonano dal cuore del dolore, e suonano: Pace! C’è ancora fede in questa terra e c’è ancora speranza in essa, che il mondo ascolti e che la pace trovi una via tra le rovine”.

Ieri sera, appena ristabilitosi, il parroco ha celebrato una messa con le casule viola in suffragio per chi è morto. Potente la carica simbolica dei suoi gesti. L’altare è stato asperso con l’acqua santa, per purificarlo dalla profanazione della violenza israeliana.

Il cardinale Pierbattista Pizzaballa è entrato a Gaza

A seguito del grave attacco al complesso della Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, insieme a Teofilo III, Patriarca Greco-Ortodosso di Gerusalemme, sono entrati questa mattina a Gaza come parte di una delegazione ecclesiastica, esprimendo la comune sollecitudine pastorale delle Chiese di Terra Santa e la loro preoccupazione per la comunità di Gaza”, si legge in un comunicato del Patriarcato latino.

Durante la loro permanenza, si spiega, la delegazione incontrerà i membri della comunità cristiana locale, porgerà le condoglianze e la solidarietà e sarà al fianco di coloro che sono stati colpiti dai recenti eventi. Il Cardinale Pizzaballa valuterà personalmente le esigenze umanitarie e pastorali della comunità, per contribuire a guidare la presenza e la risposta continua della Chiesa. Il Patriarcato Latino rimane saldo nel suo impegno nei confronti della comunità cristiana e dell’intera popolazione di Gaza. Non saranno dimenticati, né abbandonati”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere di essere “in contatto con il cardinale Pizzaballa che assieme al patriarca Teofilo sta entrando a Gaza con un carico di 500 tonnellate di aiuti per la popolazione civile”. Il Governo italiano ha chiesto a Israele “di interrompere le azioni militari e di garantire in maniera totale la sicurezza dei due inviati nella loro importante missione”.

“Israele e Hamas, ha aggiunto il capo della diplomazia italiana, devono raggiungere un cessate il fuoco, la guerra a Gaza deve cessare, bisogna scegliere definitivamente la via del negoziato diplomatico per interrompere gli attacchi che coinvolgono la popolazione civile, per liberare tutti gli ostaggi israeliani, per far entrare al più presto gli aiuti necessari”.

È ora di finire con questa strage”. Lo ha detto Papa Leone XIV nel corso di una telefonata a Pierbattista Pizzaballa. “Sulla nostra strada proprio al confine con Gaza, ha riferito ai media vaticani il cardinale, mentre ci recavamo, il patriarca greco-ortodosso e io, insieme alla nostra delegazione, a Gaza per una visita di solidarietà alla parrocchia e alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità, Sua Santità Papa Leone XIV ha chiamato per esprimere la sua vicinanza, il suo affetto, la sua preghiera, il suo supporto e anche la sua intenzione di fare tutto il possibile perché si arrivi non solo al cessate il fuoco, ma alla fine di questa tragedia”. Papa Leone “ha ripetuto più volte che è ora di finire con questa strage e che quello che è accaduto è ingiustificabile e bisogna fare in modo che non ci siano più vittime”.


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