Esteri

Netanyahu chiama Papa Leone XIV. Il premier israeliano parla di “accordo vicino” a Gaza

I Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno condannato i raid di Israele sui luoghi di culto

di Ernesto Ferrante -


Il giorno dopo il bombardamento israeliano che ha colpito l’unica chiesa cattolica di Gaza, provocando la morte di tre civili, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto un colloquio telefonico con Papa Leone XIV. Durante la conversazione, il Pontefice ha ribadito “l’appello a un rinnovato impegno per i negoziati, un cessate il fuoco e la fine della guerra”.

Leone XIV chiede aiuti per Gaza e protezione per le chiese

Il Papa ha inoltre espresso “preoccupazione per la tragica situazione umanitaria della popolazione di Gaza, i cui bambini, anziani e malati stanno pagando un prezzo straziante”. Leone XIV ha sottolineato infine “l’urgente necessità di proteggere i luoghi di culto e tutte le persone presenti in Israele e nei territori palestinesi”.

Un funzionario dell’ufficio del primo ministro israeliano ha riferito al Times of Israel che la telefonata è durata più di un’ora ed è stata “bonaria e amichevole”, confermando il cambio di approccio del nuovo Papa rispetto al suo predecessore Francesco, durissimo in diverse occasioni con il primo ministro israeliano.

Netanyahu si mostra ottimista sull’esito dei negoziati

Netanyahu ha informato Papa Leone XIV che i negoziati in Qatar per il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza sono in una fase avanzata. Una fonte israeliana a conoscenza dei dettagli, ha rivelato all’emittente Canale 12 che stanno procedendo bene. Giovedì sera i mediatori hanno presentato una nuova proposta alle parti e lo Stato ebraico è ora in attesa della risposta di Hamas.

L’azione del cardinale Pizzaballa

Nel corso della visita alla parrocchia della Sacra famiglia di Gaza, il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, e il patriarca ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, hanno favorito l’accesso a “centinaia di tonnellate di aiuti, kit di pronto soccorso e attrezzature mediche”. A rendere noti i particolari dell’iniziativa, è stato il Patriarcato latino in un comunicato citato dai media vaticani. L’azione di “valutazione delle esigenze umanitarie e pastorali della comunità per contribuire a orientare la presenza e la risposta continua della Chiesa” andrà avanti.

In una nota congiunta, i Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno fermamente condannato il raid di Israele: “I luoghi di culto sono spazi sacri che devono essere protetti. Sono inoltre protetti dal diritto internazionale. Prendere di mira una chiesa che ospita circa 600 rifugiati, tra cui bambini con bisogni speciali, è una violazione di queste leggi. È anche un affronto alla dignità umana, un calpestamento della sacralità della vita umana e una profanazione di un luogo sacro. In un’unità incrollabile, denunciamo fermamente questo crimine”.

Vibrante l’appello rivolto alla comunità internazionale “affinché si adoperi per un cessate il fuoco immediato a Gaza che ponga fine a questa guerra”. “Li imploriamo inoltre, hanno concluso i vescovi, di garantire la protezione di tutti i siti religiosi e umanitari e di provvedere al sollievo delle masse affamate in tutta la Striscia di Gaza. Le nostre preghiere e il nostro sostegno rimangono costanti, invocando giustizia, pace e la cessazione delle sofferenze che si sono abbattute sul popolo di Gaza”.

Merz parla con Netanyahu

Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha sentito il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. Merz “ha espresso la speranza di un rapido cessate il fuoco nella Striscia di Gaza” e ha chiesto che tutti gli ostaggi siano rilasciati immediatamente. Il cancelliere ha rimarcato che gli aiuti umanitari devono raggiungere la popolazione nella Striscia e si è espresso a favore della ricerca di un ordine postbellico praticabile per l’enclave palestinese, nel quale è necessario il disarmo del movimento islamico di resistenza.

Le forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di aver ucciso il comandante del battaglione Daraj-Tuffah di Hamas che avrebbe condotto l’attacco a Israele il 7 ottobre 2023. Muhammad Ghaseen, sarebbe stato eliminato nel corso di un’operazione condotta nella zona orientale di Gaza City. Per le Idf si tratta di “un duro colpo per il funzionamento del battaglione da lui comandato che ridurrà la capacità delle operazioni terroristiche contro le truppe delle israeliane che operano nella zona”.


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