Ops sospesa, Consob riapre la partita Bpm Unicredit la chiude
Orcel: "Ci liberiamo di un peso", la rinuncia fa scattare il titolo in Borsa
Cominciano i tempi supplementari nella sfida infinita tra Unicredit e Banco Bpm: oggi sarebbe scaduta l’offerta pubblica di scambio lanciata da piazza Gae Aulenti sull’istituto di credito veronese ma la Consob, nel pomeriggio, ha decretato la sospensione dei termini legati alla stessa Ops.
“Fare chiarezza”
Ci saranno, a disposizione degli attori in campo, altri trenta giorni. La decisione, come ha fatto sapere l’autorità di vigilanza, è stata assunta a tutela degli azionisti, degli investitori e più in generale dei mercati. Perché, tra golden power, scambi di visite e di lettere tra Roma e Bruxelles, sentenze del Tar e ricorsi incrociati, era giusto, per la Consob, che si desse più tempo per fare chiarezza. La delibera, a tal proposito, è chiarissima: si tratta di fatti nuovi, o comunque non resi noti in precedenza: “atteso che” la sentenza del Tar e la lettera da Bruxelles, “integrano uno scenario caratterizzato da massima incertezza”, per l’autorità di Borsa, è necessario offrire altri trenta giorni di tempo per avere un quadro chiaro dell’intera vicenda. Anche perché, in fondo, un’idea limpida e cristallina della situazione, evidentemente, non ce l’hanno nemmeno le due banche protagoniste del risiko bancario italiano.
Consob e le lettere Unicredit – Bpm
La stessa Consob, difatti, ha riferito di un vorticoso scambio di lettere, documenti e richieste che ha interessato praticamente tutti gli attori in gioco. Un giro di missive, messaggi, informazioni e carteggi innescato dalla sentenza del Tar, datata 12 luglio. Il giorno dopo, domenica 13 luglio, l’ufficio stampa Unicredit ha preso carta e penna e, in un comunicato, ha fatto sapere che la banca riteneva “necessario” un nuovo decreto sulla golden power dopo che quello precedente “adottato il 18 aprile” era stato “annullato” dai giudici. Passano ventiquattro ore, arriva lunedì 14 luglio, ed è Banco Bpm a scrivere alla Consob chiedendo lumi. La svolta, ulteriore, arriva a distanza di altre 24 ore. Quando Unicredit rivela all’autorità di vigilanza di aver chiesto un confronto con Palazzo Chigi proprio sulla golden power. L’istituto di credito guidato da Andrea Orcel, difatti, aveva resa nota la volontà di di voler “avviare un contraddittorio in merito alle prescrizioni imposte” dal Dpcm per dare seguito alle indicazioni contenute nella sentenza del Tar “finalizzate all’instaurazione di idonee (e auspicabilmente virtuose) modalità di interlocuzione tra la pubblica autorità” e la stessa banca. Paolo Savona, che qualche giorno fa era sfilato davanti ai parlamentari della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, aveva ventilato l’ipotesi di una sospensione. Che, puntualmente, è arrivata. E così la partita, che si sarebbe conclusa oggi (e con ogni probabilità col disimpegno almeno momentaneo di Unicredit), si riapre.
Dopo Consob, il Cda Unicredit
Gli effetti della decisione Consob si sono fatti subito sentire su Banco Bpm che ha centrato un aumento del 2% del valore dei suoi titoli. Una performance che, unita a quella di Poste (che ieri ha pubblicato i dati record della semestrale con utili oltre 1,2 miliardi che potrebbero salire a 2,2 per l’intero 2025 e che è salita di oltre 4 punti percentuali), ha trascinato Piazza Affari, in una giornata nerissima per tutta la vecchia Europa alle prese con la preoccupazione americana dei dazi, a chiudere invariata. La pronuncia Consob è arrivata proprio mentre si preparavano le riunioni dei consigli d’amministrazione delle banche coinvolte nel braccio di ferro. Ora la questione, chiaramente, va aggiornata. Così come le strategie che vanno riviste. Ma non si tratta più di un duello. Bensì di un triangolo. Già, perché toccherà al governo sciogliere i nodi della golden power. In sede comunitaria dovrà farlo entro il prossimo 11 agosto. Bruxelles ha mostrato i suoi dubbi e ora Palazzo Chigi, e soprattutto il Mef, dovranno spiegare alla Commissione Ue cosa intenderanno fare per evitare di violare i regolamenti comunitari. Dal governo era già arrivata la disponibilità e l’apertura al dialogo. Che, dopo la sentenza del Tar, è diventato necessario. La lunga partita del risiko, almeno di quella parte della sfida bancaria in corso che coinvolge Unicredit e Banco Bpm, raggiunge i tempi supplementari. Sarà un’estate caldissima.
Unicredit chiude (nemmeno troppo a sorpresa)
Ieri, nel Consiglio d’amministrazione in cui Unicredit ha presentato i conti semestrali, la svolta. Consob ha riaperto la partita Bpm, l’ad Unicredit Andrea Orcel l’ha chiusa: “Per noi oggi cambia in meglio. In questo momento tirare una riga su Bpm ci libera di un peso e ci permette di accelerare e vedere cosa questa banca può fare da sola in Italia e come gruppo”. E ancora, l’ad Unicredit si toglie, uno per uno, tutti i sassolini dalle scarpe: “Se guardate ai nostri risultati, l’Italia ha fatto meglio di quello che ci aspettavamo, in un trimestre guadagniamo di più di quanto Bpm guadagna in quattro, e stiamo accelerando mentre Bpm sta decelerando”. ha sottolineato. E ancora: “Quindi noi ci liberiamo le mani e ritroviamo il nostro focus solo sulla crescita interna”. Per Orcel, in fondo, si tratta di “una occasione mancata per gli azionisti di Bpm, per i clienti, per le persone di Bpm, per il settore che ha bisogno di banche più grandi e di consolidarsi, per il Paese e per l’Europa”. In Borsa, il titolo stamattina vola oltre il 2 per cento.
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