Giustizia

Riforma della Giustizia, ok anche dal Senato

di Giuseppe Ariola -


L’ok del Senato alla riforma della Giustizia, il secondo dopo quello già registrato alla Camera, segna un altro passo avanti verso il via libera definitivo all’introduzione della separazione delle carriere per il quale occorreranno ancora due letture parlamentari. Due passaggi, che secondo il Guardasigilli Carlo Nordio saranno rapidi, a seguito dei quali con ogni probabilità dovrà tenersi un referendum confermativo. Commentando il voto dell’Aula di Palazzo Madama, il ministro della Giustizia ha parlato di “un passo molto importante verso l’indipendenza della magistratura da se stessa, dalle sue correnti attraverso la rimodulazione del Csm”. Ma è in casa di Forza Italia che si registrano le reazioni di maggiore entusiasmo e soddisfazione. Nelle dichiarazioni del segretario del partito Antonio Tajani appena concluse le operazioni di voto, come nei tanti comunicati degli azzurri dopo l’ok del Senato, a riecheggiare è il nome di Silvio Berlusconi, al quale i forzisti dedicano quella che definiscono “una giornata storica”. “Da lassù osserva e approva” aveva detto poco prima il senatore Pierantonio Zanettin intervenendo in dichiarazione di voto per Forza Italia, senza nascondere l’emozione “per l’onore riservatomi” di parlare proprio “dal seggio che è appartenuto al presidente Silvio Berlusconi”. La gioia per questo secondo sì alla riforma della giustizia si è poi spostata negli uffici del gruppo di Forza Italia al Senato, dove alla presenza del capogruppo alla Camera Paolo Barelli e di qualche altro deputato, con la scusa di un brindisi per il recente compleanno del presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri, si è festeggiato anche per il voto sulla legge costituzionale della separazione delle carriere. Fratelli d’Italia ha invece preferito esultare appena fuori dal Senato, dove un gruppo di parlamentari si è riunito dietro uno striscione con su scritto “Giustizia è fatta. Avanti con le riforme”, con il numero uno del partito a Palazzo Madama, Lucio Malan, che ha voluto ringraziare il ministro Nordio che “sta portando avanti un lavoro straordinario per la giustizia della nostra nazione”. “Gli italiani ci hanno votato anche per questo. E noi passiamo dalle parole ai fatti”, ha invece ricordato Matteo Salvini, commendo il provvedimento che è stato sostenuto anche da Azione, che siede all’opposizione, perché “questa riforma serve, e serve per la ragione semplicissima che oggi non c’è una vera indipendenza tra politica e magistratura”, ha detto Carlo Calenda nel proprio intervento. Si è invece astenuta Italia Viva, nonostante Matteo Renzi abbia confermato di essere favorevole alla separazione delle carriere dei magistrati, ma aggiungendo di considerare la riforma come una “bandierina”. Le altre forze di opposizione hanno invece confermato la propria contrarietà, sia con il voto, sia innalzando dei cartelli una volta ultimato il voto. Una Costituzione capovolta è stata la trovata del Pd, mentre il Movimento 5 Stelle ha accostato la scritta “non in nostro nome” a un’immagine di Falcone e Borsellino. Nulla che abbia in alcun modo scalfito la gioia del centrodestra per la convinzione di aver compiuto un altro passo nella direzione di una giustizia più giusta.


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