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Dazi, guerre ed Epstein: Trump brandisce il martello

Trump contro il mondo: dai dazi alla Fed, alle guerre. Anche Macron e Netanyahyu nel mirino

di Giovanni Vasso -


Altro che Capitan America proprio prima di salire sull’Air Force One che l’avrebbe riportato nella terra dei suoi avi, la Scozia, Donald Trump ha brandito il martello delle polemiche e ha iniziato a lanciare fendenti senza fare sconti a nessuno. Letteralmente. Un fiume in piena, Donald Thor Trump, che ne ha avute per tutti. Dai dazi fino al Medio Oriente, dalla Russia al caso Epstein e giù, fino a South Park. “Mai visto”, ha detto. “Non conta più niente da vent’anni”, gli ha fatto eco il portavoce Taylor Rogers. Sarà, ma è la puntata è finita virale in tutto il mondo. Trump, però, se ne frega e va avanti come un martello. Anzi, un martellatore.

Trump, il martello dei dazi

Oltre all’Australia, che The Don spera di invadere di quarti di manzo americano (“Vedrete, quanta carne esporteremo”), si salva e neppur troppo, solo l’Ue: “C’è il 50% di possibilità che l’accordo si faccia”. Ma tiene, Trump, tutti sulle spine: “Ma forse anche meno”. Del resto, dipende da lui. Che deciderà, se tutto (gli) andrà bene, “entro il 1° agosto”. Il Canada, invece, ne esce stritolato: “Non abbiamo avuto fortuna”. Pronta la letterina per Mark Carney. Il martellatore se la prende pure con il dollaro debole: “Con il dollaro forte non vendiamo niente, ma non lo vogliamo debole”. Powell se lo segni, anche questo. Dopo la visitina alla Fed, il presidente gli ha ribadito fiducia. O meglio, ha detto che non è il caso di procedere con un licenziamento, almeno non subito, non ora.

Le spine in Medio Oriente

Ma il mondo non è solo dazi e tariffe. È guerre, scontri, carneficine. Sul Medio Oriente, Trump martella senza pietà. Non si salva nessuno. Neanche Bibi: “Ho parlato con Netanyahu, non posso dirvi di cosa ma sappiate che è stato deludente”. Se Israele delude, Hamas non ha niente per cui sperare: “Non vuole davvero l’accordo”, ha dichiarato dopo che il suo inviato Witkoff ha tacciato l’organizzazione di “egoismo” e la delegazione americana ha abbandonato il tavolo a Doha, in Qatar. Fatto che The Don ha preso davvero molto male e che lo ha indotto a teorizzare che, forse, è giunta l’ora di “finire il lavoro”. Insomma, se lo scontro si alzerà ancora di più, l’America non potrà più farci nulla. Il ceffone più potente, però, l’ha accusato Emmanuel Macron che se ne è uscito, nelle scorse ore, affermando che la Francia riconoscerà la Palestina. “Un bravo ragazzo – ha martellato Trump – ma niente di quello che dice sul Medio Oriente conta qualcosa”. Un pugno di parole dritto sul grugno della grandeur di Parigi.

Ci si potrebbe pure fermare qui. E invece no. Perché Trump è carico. E, ormai, a martellare tutti ci ha preso gusto. Dal Medio Oriente, alla situazione tra Ucraina e Russia. Mentre Volodymyr Zelensky sembra avviarsi verso un mesto tramonto, gli sforzi del presidente sono tutti su Mosca: “Stiamo esaminando l’intera situazione in Ucraina: potrebbe essere necessario imporre sanzioni secondarie alla Russia”. Roba che, solo fino a qualche settimana fa, sembrava fantascienza. E che potrebbe innescare un nuovo fronte di polemiche con la Cina. Con cui, in vista dei negoziati che si terranno in Europa nei prossimi giorni, non sembra voler scendere (per ora) in battaglia. Poco male, c’è il fronte interno su cui sbizzarrirsi. Le accuse legate al caso Epstein continuano a tener banco nel dibattito pubblico americano. “Non ho nulla a che fare con lui né sono mai stato sulla sua isola”, ha tuonato. Dunque, brandito di nuovo il martello, Trump l’ha scagliato sul biglietto di auguri citato dal Wall Street Journal che ha fatto insorgere la polemica e che ha portato la Casa Bianca a chiedere un risarcimento ultramiliardario all’editore Rupert Murdoch. Nega, decisamente, che sia stato lui a scrivere al finanziere: “Qualcuno avrebbe potuto scrivere una lettera e usare il mio nome, è successo spesso”.  E quindi è stata la volta della signora Ghislaine Maxwell, ex braccio destro del finanziere pedofilo, accusata di averlo aiutato nell’organizzazione dei festini e nei reclutamenti di ragazze: “La gente dovrebbe davvero concentrarsi su come sta andando il Paese”, ha sbuffato il tycoon. “La grazia? Non ci ho pensato e no, non è davvero una cosa che raccomando”, ha sibilato chiudendo sulle indiscrezioni che si sono rincorse nelle ultime giornate.


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