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Spid, InfoCert a pagamento: cosa accadrà ora

La sua crescita si è rallentata, il governo spinge per altri strumenti

di Giorgio Brescia -


Spid, da oggi i servizi InfoCert sono a pagamento. Si accelera la transizione di uno strumento che finora lo Stato aveva indicato come determinante per dotare ciascuno di identità digitale. Per alcuni è quasi il suo tramonto, mentre il governo spinge per altre iniziative più in linea con il quadro europeo.

Spid, InfoCert a pagamento

Da oggi InfoCert introdurrà un costo annuale di 5,98 euro all’anno Iva inclusa per il mantenimento dell’identità Spid. Il rinnovo non è automatico: l’utente deve accettare il nuovo canone o perdere l’accesso. Aruba, altro provider privato, aveva già introdotto un canone annuo di 4,90 euro più Iva dal secondo anno. Il primo anno rimane generalmente gratuito per i nuovi utenti di questi provider.

Poste Italiane, il maggiore gestore nazionale, che serve circa il 70% degli utenti, mantiene per ora la gratuità del servizio. Gli utenti possono sempre cambiare fornitore per evitare i costi.

La copertura nazionale

Ad oggi, gli italiani con identità Spid attive sono quasi 40 milioni. Il servizio copre dunque oltre il 78% della popolazione adulta. A giugno risultavano emesse 33,3 milioni di identità digitali attive, ma altre fonti e l’Agid parlano di dati prossimi ai 39-40 milioni di utenti. Questo ne fa il principale sistema di accesso digitale ai servizi pubblici in Italia.

La distribuzione è capillare su tutto il territorio nazionale: la crescita negli ultimi anni si è rallentata, ma la copertura resta molto alta per la fascia adulta.

I gestori attuali

I principali gestori accreditati sono Aruba, Etna Hitech, Infocamere, InfoCert, Intesi, Lepida, Namirial, Poste Italiane, Register, Sielte, Teamsystem, TI Trust Technologies.

Più del 70% delle utenze fa capo a Poste Italiane, mentre InfoCert e Aruba rappresentano una quota minore ma comunque significativa.

Potrebbe ora esserci un effetto domino. Dopo InfoCert e Aruba, altri provider stanno valutando se introdurre costi o addirittura sospendere il servizio in assenza di fondi pubblici per coprire le spese di gestione.

Il rischio esiste se i finanziamenti pubblici dovessero risultare insufficienti o in ritardo, come già accaduto nel recente passato. Tuttavia, per ora la gratuità rimane garantita solo da alcuni provider, principalmente Poste Italiane.

Cosa vuole fare il governo?

Il governo non ha previsto una eliminazione immediata dello Spid: anzi, a marzo 2025 ha approvato lo stanziamento di 40 milioni di euro per i gestori, per garantire almeno una proroga della convenzione in scadenza ad ottobre.

Grazie all’intervento, le convenzioni con i provider sono rinnovabili dopo la scadenza di ottobre, scongiurando uno stop per tutti. Il rinnovo, secondo le ultime notizie, sarà per altri due anni, anche se l’intenzione è spingere progressivamente gli italiani verso sistemi alternativi come la Cie (Carta d’Identità Elettronica) e l’IT Wallet nazionale, in linea con l’evoluzione verso un’identità digitale europea unica.

Il sistema resta centrale, ma il suo ruolo nei prossimi anni potrebbe essere ridimensionato in favore di strumenti più integrati a livello europeo.


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