Attualità

I magistrati italiani guadagnano il triplo di quelli Usa

di Angelo Vitale -


La Consulta “brucia” il tetto degli stipendi dei magistrati. Una sentenza che farà discutere non poco, quella della Corte Costituzionale che torna ad agganciare gli stipendi pubblici della Pa al trattamento economico del primo presidente della Corte di Cassazione: 311.658,23 euro nell’ultimo decreto sul tema che però risale a 11 anni fa e che dovrà essere, come si dice, “rinfrescato”.

La Corte abbatte “il tetto” degli stipendi dei magistrati

A pochi giorni dal voto del Parlamento sulle separazione delle carriere dei magistrati, la Consulta interviene a “tutela dell’indipendenza della magistratura”. Il governo Renzi aveva fissato il limite a 240-255mila euro annui, la Corte ha dichiarato illegittimo questo tetto retributivo rigidamente fisso perché viola la tutela dell’indipendenza della magistratura, la quale deve essere salvaguardata anche sotto il profilo economico.

Il trattamento economico delle figure apicali, in particolare dei magistrati, deve tornare a essere parametrato a quello del primo presidente della Corte di Cassazione (appunto, circa 311.658 euro), come era previsto prima del 2014.

Dal governo Renzi ad oggi

Questo limite fisso introdotto nel 2014, inizialmente considerato una misura temporanea e straordinaria giustificata dall’emergenza finanziaria, ha perso il requisito di temporaneità nel tempo, compromettendo l’indipendenza garantita costituzionalmente ai magistrati. Di conseguenza la Corte ha esteso la dichiarazione di incostituzionalità a tutte le categorie di dirigenti pubblici interessati dal tetto, non solo ai magistrati. In pratica la Corte è intervenuta a tutela degli stessi magistrati, poiché la riduzione fissa del trattamento economico rischiava di comprimere la loro indipendenza.

I magistrati italiani guadagnano il triplo di quelli Usa

Analogamente, ha stabilito che la retribuzione massima debba essere definita con un meccanismo parametrico aggiornato, non con un limite fisso rigido e immutabile.

Uno “scossone” al sistema dei tetti massimi che gioverà all’equità nella Pubblica amministrazione, si è detto ieri. Ma le polemiche cresceranno, aggiungendosi a quelle degli anni scorsi.

Un magistrato guadagna in Italia il quadruplo di un lavoratore del mondo della scuola e il doppio di un professore universitario. Ma svolge una funzione delicata, si potrà dire.

Peccato, però, che protagonisti di un sistema che è stato considerato il più costoso e allo stesso tempo il più inefficace e lento in Europa, i magistrati italiani guadagnino, come rilevò già 12 anni fa un’analisi di lavoce.info, il triplo di quelli degli Stati Uniti e il doppio di quelli del Regno Unito.


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