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Da 13 a 17 anni, aumentano in Italia i baby terroristi

di Angelo Vitale -


Svegliati all’alba, 22 bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni, sono stati i protagonisti di un’operazione di polizia che ha interessato ieri varie città e province: perquisite le loro abitazioni, con il mirino del Viminale puntato sul fenomeno del radicalismo terrorista che non fa differenze tra le più diverse forme di islamismo o suprematismo.

Il monitoraggio dei Servizi segreti

Un radicalismo che da tempo è un fenomeno attenzionato dai Servizi di sicurezza, forse finora poco finito all’attenzione generale dei media, ogni volta interessati agli episodi singoli dell’arresto o della perquisizione di un minore scoperto dagli investigatori a fare propaganda e proselitismo sul web e sui social.

E’ la “culla” di questi “bambini del terrorismo”, pericolose pedine di un gioco più grande dei documenti e dei video che diffondono, degli inviti che diramano per abbracciare la militanza estremista estero, dei materiali anche esplosivi che maneggiano, custodiscono e imparano a utilizzare.

Da qui l’operazione di ieri, con una lente degli investigatori talmente ampia da abbracciare perfino due 17enni pedinati da sette mesi perché coinvolti in una manifestazione non autorizzata e organizzata per protestare contro i carabinieri – ritenuti artefici della morte del 19enne Rami Elgaml a Milano – a Bologna, ove avevano danneggiato con armi improprie telecamere, vetrine di esercizi commerciali e banche lungo il percorso del corteo.

Da un adolescente ad una rete sui social

Due 15enni a Oristano, un 13enne a Cosenza, un 17enne a Messina, un 15enne nel Padovano: questi i minorenni perquisiti perché ritenuti membri della rete di contatti di un ragazzo di 14 anni già perquisito in aprile ad Oristano e che operava su un profilo Facebook ove appariva con il volto coperto mentre impugnava armi da taglio e da sparo e aveva a casa una bandiera con la croce celtica, un fucile a pompa giocattolo, privo di tappo rosso ricoperto da scritte e simboli della galassia suprematista e i nomi di noti attentatori: Anders Breivik, Stephans Balliet, Alexandre Bissonnette e Patrik Crusius.

Accelerazionismo di destra o islamismo che siano le identità politico-terroristiche promosse, i Servizi e il Viminale sono certi che “la fascinazione per ambienti estremisti e terroristici caratterizzati dal comune denominatore dell’esaltazione della violenza quale metodo di lotta e di autoaffermazione” si stia pericolosamente evolvendo.

Da 13 a 17 anni, subito terroristi

Il report del Viminale afferma che “il processo di radicalizzazione – dalla prima esposizione a materiale terroristico, alla pianificazione ed esecuzione dell’attacco – avviene con tempi notevolmente ridotti. Il tempo medio di radicalizzazione è passato dai 16 mesi del 2002 ai 10 mesi circa del 2015 fino ad un arco temporale attualmente di sole alcune settimane, tanto che tutte le nuove indagini hanno imposto un repentino e mirato intervento di disruption in ragione della riscontrata capacità e volontà di attivazione degli indagati nell’attuazione di azioni controindicate”.

I numeri dei controlli dal 2023

Bambini e adolescenti: gli altri minorenni sono stati perquisiti a Sassari, Torino, Brescia, Milano, Taranto e in altre città ancora. Un trend, quello della minore età, che non è solo italiano, il fenomeno è evidente e registra numeri importanti anche in Francia e nel Regno Unito.

In Italia le forze di polizia ritengono degni di approfondimento i numeri degli ultimi anni, che possono apparire limitati solo ad una distratta lettura. Si incrementa il numero di minorenni impegnati nella diffusione sul web di contenuti estremisti e violenti: dal 2023 ad oggi sono stati 12 i minori sottoposti a misura cautelare o precautelare ed altri 107 oggetto di approfondimenti investigativi con perquisizioni personali, domiciliari e informatiche.

Il fascino del terrorismo corre sui social

Le indagini finora svolte disegnano uno scenario inquietante, evidenziando “il particolare fascino che l’ecosistema digitale del cosiddetto “White Jihad” esercita sulla componente giovanile, intendendolo come un fenomeno di ibridazione ideologica che vede una convergenza tra l’ideologia radicale islamica e il suprematismo bianco o la più ampia sfera ideologica dell’estrema destra”.

L’Italia sta spingendo in Ue affinché il radicalismo online entri a pieno titolo nell’Agenda europea antiterrorismo, anche per provare un intervento unitario sui providers di servizi Internet Ue. Sul tema, va fatto valere quanto i Servizi hanno scritto nella loro ultima relazione al Parlamento: “In Italia sono stati rilevati punti di contatto tra la sfera della destra suprematista e “accelerazionista” e quella jihadista. La giovane età degli individui delinea una fisionomia della minaccia in continua evoluzione. La fluidità ideologica la caratterizza”.

Bambini pronti a riciclarsi su fronti diversi, per passare all’azione terroristica.


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