Deejay Godzi, la Procura di Roma sequestra la salma
Il musicista napoletano morì a Ibiza il 19 luglio in circostanze ancora tutte da chiarire
E’ arrivata a Roma ed è stato subito sequestrata dalla Procura della Repubblica di Roma, competente per gli eventuali reati a carico di nostri connazionali avvenuti all’estero, la salma di Michele Noschese, noto come deejay Godzi, morto a Ibiza in Spagna il 19 luglio scorso.
Deejay Godzi, si indaga in Italia per omicidio preterintenzionale
Le circostanze della morte di Noschese sono tutte ancora da chiarire – si indaga per omicidio preterintenzionale-, nelle settimane scorse narrate dalle più diverse testimonianze in modo antitetico alla versione ufficiale delle forze di polizia intervenute sul posto.
L’artista morì nella sua abitazione a Ibiza, dove si stava svolgendo una festa. Secondo alcune testimonianze riportate ai familiari fin dalle ore immediatamente successive ai fatti, durante un intervento della Guardia Civil per una segnalazione di musica ad alto volume, Michele sarebbe stato legato mani e piedi e percosso in modo energico, senza un motivo apparente, portando a ipotizzare un possibile caso di abuso o violenza durante l’arresto.
La denuncia per omicidio
Il padre di Michele, un medico napoletano, presentò subito un esposto contro la polizia spagnola per omicidio volontario, sempre affermando di non cercare vendetta ma giustizia e la verità completa su quanto accaduto all’interno dell’abitazione. E la famiglia richiese l’autopsia per accertare con esattezza le cause della morte.
Gli accertamenti sul corpo
Secondo quanto emerso, durante gli accertamenti autoptici svolti in Spagna sul corpo di Michele furono riscontrate sette costole rotte e entrambe le clavicole fratturate. Questi nuovi risultati derivavano da una Tac e da una risonanza magnetica eseguite alla presenza del consulente di parte della famiglia, il medico legale Juan Luis Ponceda.
Il padre di Michele, Giuseppe Noschese, medico ortopedico ed ex primario, aveva dichiarato: “Per ora preferisco non commentare, parla il referto”, confermando le fratture a sette costole e alle due clavicole e sottolineando che la prima autopsia era stata “frettolosa”.
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