Scie chimiche, dagli studi ai provvedimenti: cosa sta cambiando
Scie chimiche. Per anni sono state liquidate come farneticazioni di visionari, racconti surreali dimenti suggestionate dal sospetto e dalla paura. Si rideva delle teorie sulle scie chimiche, le si relegava nel folclore del complottismo contemporaneo, al pari degli avvistamenti UFO. Ma oggi, a distanza di tempo e grazie all’emersione di prove, testimonianze, documenti e azioni legislative concrete, la realtà si sta rivelando ben diversa. L’ipotesi ha lasciato spazio alla certezza.
Scie chimiche: cosa sono
Le scie chimiche esistono, vengono disperse in atmosfera con modalità sistematiche e con finalità che, in molti casi, restano sconcertanti. Ciò che per lungo tempo è stato giustificato come semplice condensa dei motori a reazione non regge più al confronto con l’evidenza. Le scie classiche degli aerei si dissolvono in pochi minuti. Quelle chimiche persistono per ore e si trasformano in un velo lattiginoso che offusca il cielo e altera la luce del sole. Nel tempo si è passati dalle supposizioni alle conferme. Analisi ambientali condotte da ricercatori indipendenti, studi universitari e prelievi di campioni d’aria e pioggia hanno rivelato la presenza anomala di sostanze come bario, alluminio, stronzio. Metalli pesanti che, se inalati o ingeriti, provocano danni biologici, neurotossicità, alterazioni cellulari. Elementi che non dovrebbero essere presenti nell’aria e che invece si accumulano silenziosamente nel nostro corpo e nell’ambiente.
Le motivazioni dietro l’impiego di queste irrorazioni sono molteplici, e spaziano da quelle dichiarate a quelle più inquietanti. Uno dei motivi più discussi è la geoingegneria climatica: la dispersione di particelle riflettenti nell’atmosfera per contenere il riscaldamento globale, schermando la radiazione solare. Ma questa pratica ha effetti collaterali evidenti, tra cui l’alterazione dei cicli meteorologici, la modifica delle piogge, l’insorgere di siccità o alluvioni artificiali. Esiste poi una dimensione militare. I brevetti parlano chiaro: la possibilità di deviare tempeste, modificare l’umidità atmosferica, creare piogge o siccità è già oggetto di studio e le sue applicazioni sono potenzialmente devastanti. Chi controlla il clima, controlla la politica, l’economia, le colture. Tra gli effetti più inquietanti vi è l’impatto sulla salute. L’inalazione di nanoparticelle e metalli pesanti sembra legata a un aumento di patologie respiratorie, immunitarie e neurodegenerative. Un indebolimento sistemico del corpo umano che rende le popolazioni più fragili, dipendenti dai farmaci.
Conseguenze, leggi ed economia
C’è poi il lato economico. Alcuni esperti hanno osservato che l’accumulo di alluminio nel terreno rende i suoli ostili all’agricoltura tradizionale, ma ideali per sementi geneticamente modificate. Infine, i sospetti più avanzati si concentrano sull’interazione tra le particelle disperse nell’aria e le onde elettromagnetiche. Le tecnologie moderne, sembrano in grado non solo di manipolare l’atmosfera ma persino di interferire con le funzioni cognitive umane.
A rompere il muro di silenzio è stata la California, che ha recentemente approvato una legge pionieristica che vieta l’irrorazione di sostanze chimiche in atmosfera senza il consenso della popolazione, impone la trasparenza nelle pratiche di geoingegneria e prevede sanzioni. Un punto di svolta: una delle più grandi economie del pianeta riconosce ufficialmente il problema e agisce. È la dimostrazione che qualcosa sta cambiando. Il resto del mondo, però, tace. I governi europei, le istituzioni internazionali, i grandi mezzi di informazione si limitano a ignorare. Ma la realtà non può più essere nascosta: le scie chimiche esistono, hanno scopi molteplici e conseguenze. Non si tratta più di credere o non credere, ma di guardare il cielo, respirare, osservare i mutamenti. Le prove parlano. Le coscienze si svegliano. Le scie chimiche non sono un’illusione, ma una ferita aperta nella verità del nostro tempo.
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