Lo “scudo” per Giusi Bartolozzi è il caso di Ferragosto
La premier Meloni deve decidere: metterla sotto l'ombrello del segreto di Stato potrebbe alimentare nuove polemiche
Uno scudo per la Zarina: con un Parlamento in ferie e il mondo della politica già sotto agli ombrelloni, il caso Bartolozzi rischia di diventare l’argomento di questa prossima settimana di Ferragosto avara di notizie.
Uno “scudo” per Bartolozzi
La capogabinetto Giusi Bartolozzi al ministero della Giustizia è al centro di un acceso dibattito per il suo coinvolgimento nel caso Almasri, che riguarda l’arresto e il successivo rilascio di Osama Najeem Almasri, il generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e restituito dall’Italia al suo Paese.
I dettagli della vicenda indicano finora che Bartolozzi, pur non essendo indagata ufficialmente, rischia di diventarlo e di essere sottoposta al rischio di un processo, a differenza dei ministri coinvolti protetti dall’immunità parlamentare, poiché non è parlamentare e non gode dello stesso scudo.
Una vicenda intricata
A carico di quella che la stampa ha tempo definito “la zarina di via Arenula” ipotesi di responsabilità per presunte dichiarazioni mendaci e per non aver sottoposto al ministro Carlo Nordio un atto ministeriale che avrebbe potuto evitare il rilascio di Almasri.
In proposito, si sta profilando una sorta di gioco del gatto e del topo. La Procura, scegliendo il reato di dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, otterrebbe un risultato doppio, incassando pure l’opportunità di sentire come testimoni i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano che invece, riguardo alle ipotesi di reato a loro carico, sicuramente potranno raggiungere un nulla di fatto in Parlamento all’atto di un eventuale voto ove il centrodestra farà contare la sua maggioranza.
Una legge mai usata
L’espediente per mettere Bartolozzi sotto l’ombrello del “segreto di Stato” è una legge del 1989 mai finora utilizzata per casi simili e già dibattuta per eventuali profili della costituzionalità del suo uso in questo caso.
Le reazioni
Finora, Carlo Nordio ha sempre difeso la sua collaboratrice, dichiarando con “raccapriccio” che l’ipotesi di una sua incriminazione sarebbe una strumentalizzazione politica della giustizia. Dalla sua parte, con toni simili, anche il vicepremier Matteo Salvini. Finora incerta la premier Giorgia Meloni che per ora ha fatto valere nei confronti dell’opinione pubblica il quadro di un governo coeso, che ha condiviso ogni passaggio del caso Almasri. Il dubbio è che rimettersi in gioco per Bartolozzi custodisca insidie maggiori del possibile minor vantaggio della tutela della capogabinetto, alimentando all’infinito polemiche.
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