IL CARRELLO DELLA SPESA – Prezzi alle stelle, la Top 20 dei rincari dal 2021
Dall'inizio della guerra ecco tutti gli aumenti
Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e i prezzi sono schizzati alle stelle. I consumatori dell’Unc, che tengono il conto mensile dei rincari, hanno stilato un’interessante graduatoria dei rincari. E hanno messo in fila, uno per uno, beni, prodotti e servizi che più degli altri hanno subito un’impennata nei costi. Contribuendo a infiammare il carovita e svuotare le tasche delle famiglie. La classifica dell’Unione nazionale dei consumatori riporta, ai primissimi posti, servizi il cui prezzo è salito addirittura a tripla cifra. Si tratta dei voli. Altro che low-cost. I biglietti per i voli europei sono schizzati alle stelle. Tra giugno 2021 e giugno 2025, la percentuale di aumento è stata a dir poco sbalorditiva: +156,5%. Non è andata molto meglio per i voli domestici, quelli entro i confini del Paese il cui prezzo è aumentato del 124,9%. Sull’ultimo gradino del podio, staccatissimo, si passa dagli aerei alla tavola con un grande protagonista della dieta mediterranea. Si tratta dell’olio d’oliva il cui costo, in quattro anni, è lievitato del 59,5%. Subito dopo c’è un altro condimento principe della cucina italiana, il burro. Il cui costo è salito del 58,6%. Al quinto posto della graduatoria Unc c’è l’energia elettrica intesa come mercato libero. Le bollette, in quattro anni, sono rincarate del 54,7%. Un trend impressionante ma che impallidisce al confronto, tracciato dall’Ufficio studi di Confcommercio in materia di spese obbligate, secondo cui il costo dell’energia, dal 1995 a oggi è salito del 178%. Oltre alla luce è salito, naturalmente, anche il prezzo del gas. Che, però, nella classifica Unc si piazza “solo” dodicesimo con un rincaro medio superiore al 44%.
Prezzi alle stelle – la Top 20
La classifica al sesto posto prosegue con la gioielleria. E del resto c’era da aspettarselo. Tra guerre, minacciate, combattute o “solamente” commerciali, c’è stato il ritorno della corsa all’oro. Al punto che il prezzo all’oncia del biondo metallo è salito stabilmente oltre i 3mila dollari. Ne ha ovviamente risentito il comparto che ha registrato aumenti medi per un valore stimato nel 53,5%. Subito dopo, al settimo posto, ci sono gli alberghi il cui prezzo medio è salito del 52,7%. Il settore turistico fa registrare rincari da sballo tant’è vero che al decimo posto ci sono i pacchetti vacanze rincarati, in quattro anni, fino al 45,8%. In mezzo altri due simboli dell’italianità a tavola: riso e caffè. Il caro chicco, bianchi o neri che siano, pesa sul ménage delle famiglie rispettivamente per il 49,1% e il 46,6%. Il cibo è diventato un lusso. E difatti la top 20 prosegue con alcuni degli alimenti che, in teoria, sarebbero popolari, a largo consumo e alta diffusione. Le patate (13esimo posto) sono aumentate del 44%, la margarina (14esimo) è salita del 41,9%. A seguire ci sono i gelati (+41,6%) e il latte a lunga conservazione (40,7%) che anticipano i formaggi fusi (+39,4%) e la frutta cosiddetta a bacca, ossia uva, fragole e frutti di bosco, rincarata del 38,3%. Generalmente la frutta fresca ha visto aumentare i prezzi del 30,8% (in particolare meloni, frutta esotica, kiwi) mentre i vegetali sono rincarati del 30,1% (36esimo posto in classifica). Nemmeno il pane s’è salvato dagli aumenti e quello già confezionato è rincarato del 31 per cento. Resta, infine, altissimo il livello di aumenti di uno dei cibi simbolo dell’attuale carovita: la cioccolata, sempre più amara. Ha subito, in quattro anni, una variazione di prezzo del 44,6%.
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