Zanzare e Virus: le malattie che bussano alle nostre estati
Nelle sere d’agosto, il ronzio delle zanzare non è mai stato una novità. Ma oggi, quel fastidioso suono ha un significato diverso, perché in una Europa che si riscalda sempre più in fretta, le zanzare stanno cambiando abitudini e le malattie che un tempo appartenevano ai tropici stanno diventando parte delle nostre estati.
Secondo i dati del Copernicus Climate Change Service (servizio europeo dedicato all’osservazione dei cambiamenti climatici) gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati nel vecchio continente. Gli inverni più miti non uccidono più le zanzare, le primavere anticipate fanno partire prima il ciclo di trasmissione, le estati torride accelerano la replicazione del virus nell’organismo degli insetti e gli uccelli migratori lo portano per migliaia di chilometri.
Le nuove estati delle zanzare
Le specie più aggressive, come la zanzara tigre (Aedes albopictus), si stanno spostando sempre più a nord e resistono anche a inverni miti. La Culex pipiens, la zanzara che trasmette il West Nile Virus, non va più in letargo in alcune zone del sud Italia. Il cambiamento climatico sta quindi riscrivendo la geografia delle malattie infettive. Tra le più insidiose ci sono quelle trasmesse dalle zanzare: West Nile, dengue, chikungunya, Usutu, virus un tempo esotici, che oggi hanno trovato casa anche nei nostri cortili e giardini.
La chikungunya è una malattia virale trasmessa da zanzare Aedes, il cui nome viene dallo swahili e significa “che curva il corpo”, a causa dei forti dolori articolari che provoca, unitamente a febbre alta ed a un’eruzione cutanea La prima vera allerta europea arriva nel 2007, proprio in Italia: un’epidemia colpisce il ravennate, con oltre 200 casi autoctoni. Poi nel 2017, è la volta del Lazio. Roma, Latina e Anzio registrano un nuovo focolaio, con quasi 500 casi. La malattia molto raramente è letale, ma può lasciare dolori cronici per mesi, soprattutto negli anziani.
La dengue è una vecchia conoscenza nei tropici, ma oggi, non serve andare a Bali per contrarla: dal 2020 in poi, l’Europa ha registrato decine di focolai autoctoni, a cominciare dalla Francia meridionale, dalla Spagna e dal nord Italia. Nel 2023, sono stati segnalati i primi casi in Lombardia, Lazio e Toscana, senza alcun legame con viaggi all’estero; nel 2024, la Francia ha superato 80 casi autoctoni nella sola Provenza. La dengue si presenta con febbre alta, dolori muscolari ed ossei e talvolta con sanguinamenti. Le autorità europee sono in allerta: il virus si diffonde rapidamente,non esiste un trattamento specifico ed alcuni paesi hanno introdotto vaccinazioni sperimentali per soggetti ad alto rischio.
Meno noto ma in crescita, l’Usutu virus è trasmesso da zanzare Culex. Scoperto in Africa, è ormai presente stabilmente in Italia, Austria, Germania e Svizzera. Colpisce soprattutto uccelli, ma può infettare anche l’uomo, causando encefaliti simili al West Nile, seppur decisamente più rare. Nel 2022, il primo caso umano è stato confermato in Italia settentrionale.
Le zanzare e i virus: ecco il West Nile
nfine c’è il “famoso” West Line Virus, che da settimane sta tenendo banco sui mezzi di informazione del nostro paese, provocando un allarmismo non del tutto giustificato. Tutto cominciò nel 1937, in Uganda, dove una donna febbricitante fu isolata e studiata in un piccolo laboratorio nei pressi del Nilo occidentale. Quello che i ricercatori scoprirono sembrava un virus minore, legato agli uccelli e alle zanzare. Nessuno avrebbe immaginato che, ottant’anni dopo, sarebbe diventato una minaccia anche in Europa. Nel 1996, Bucarest fu teatro della prima grande epidemia europea, centinaia di persone finirono in ospedale.
Negli anni successivi, Grecia, Serbia, Ungheria, Francia, Spagna e Italia hanno registrato ondate sempre più forti. Nel 2018, l’Europa ha visto la peggiore epidemia di sempre: 1.548 casi e 181 morti. Sembrava un’anomalia, ma si è rivelato l’inizio di una nuova normalità. Quest’anno, l’Italia ha già registrato centinaia di casi in poche settimane. Il virus, una volta confinato alla pianura padana e alle zone umide del nord, si è diffuso anche al centro/sud: le province di Latina, Napoli, Padova, Novara sono tra le più colpite.
La maggior parte delle persone infette, circa 8 su 10, non ha alcun sintomo e nella sua forma più lieve, il virus si può confondere con l’influenza: febbre, stanchezza, dolori muscolari, rash cutaneo. Solo in circa 1 caso su 150, il virus si fa strada nel sistema nervoso centrale, con conseguenze che possono essere più gravi: encefaliti, meningiti, paralisi, anche se nella quasi totalità dei casi si guarisce in qualche settimana. Le vittime più frequenti sono gli anziani con quadro clinico già compromesso, i malati cronici, gli immunodepressi. Non esiste un vaccino per l’uomo, quindi la prevenzione si basa sulla protezione dalle punture degli insetti.
Le raccomandazioni
Si raccomanda di usare repellenti cutanei, indossare abiti coprenti, dormire con zanzariere alle finestre o sopra il letto, usare zampironi, diffusori o spray ambientali. Importante inoltre eliminare l’habitat ideale delle zanzare: svuotare sottovasi, grondaie, tombini e non lasciare contenitori d’acqua stagnante all’aperto. Il West Nile, come le altre malattie trasmesse dalle zanzare, non sono una novità e nemmeno una minaccia fuori controllo. È una realtà che si può affrontare con gli strumenti giusti: sorveglianza scientifica, informazione chiara e comportamenti quotidiani responsabili. La maggioranza delle persone infette non sviluppa sintomi gravi e ognuno di noi può fare la propria parte nel prevenire la diffusione: vivere in un mondo che cambia non deve significare vivere nella paura.
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