Il direttore del Mossad, David Barnea, non è andato a Doha per discutere degli ostaggi o di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha assicurato un funzionario israeliano di alto livello citato dal Times of Israel, precisando che nell’incontro tra Barnea ed il primo ministro del Qatar, Abdulrahman al-Thani, si è parlato soprattutto di questioni relative al Mossad. Barnea avrebbe detto al primo ministro che qualsiasi accordo parziale sugli ostaggi “è fuori discussione”.
Il muro di Israele
Israele avrebbe rifiutato una pausa umanitaria di 48 ore proposta dai mediatori nell’ambito dei colloqui per un cessate il fuoco a Gaza. A riferirlo è stata l’emittente saudita Al Arabiya, evidenziando che Hamas, al contrario, l’avrebbe accettata.
Il gruppo palestinese vuole che lo Stato ebraico si impegni per iscritto a mettere fine alla guerra in modo permanente e rinunci ad ogni piano di occupazione di Gaza. In cambio, ritirerebbe i propri combattenti facendoli convergere su posizioni precedentemente concordate.
Non solo Gaza
Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha annunciato l’intenzione di approvare la costruzione di oltre 3mila unità abitative nell’ambito del progetto di insediamento E1, tra Gerusalemme e Ma’ale Adumim in Cisgiordania, chiarendo che la decisione “sotterra l’idea di uno Stato palestinese”.
L’iniziativa è stata più volte frenata dall’opposizione di altri Paesi. “Dopo decenni di pressioni e blocchi internazionali, stiamo infrangendo le convenzioni e collegando Ma’ale Adumim a Gerusalemme. Questo è il sionismo al suo meglio: costruire, insediare e rafforzare la nostra sovranità nella Terra d’Israele”, ha affermato Smotrich, che è anche sottosegretario alla Difesa responsabile per le questioni civili della Cisgiordania.
L‘Autorità nazionale palestinese (Anp) ha chiesto alla comunità internazionale di imporre sanzioni a Tel Aviv. Per il ministero degli Esteri palestinese, rappresenta “un’estensione dei crimini di genocidio, trasferimento forzato e annessione” e “un passo per minare la possibilità di creare uno Stato palestinese, compromettendone l’unità geografica e demografica” e “consolidare la divisione della Cisgiordania, facilitandone così la completa annessione”.
Secondo le autorità di Ramallah, riflette l’idea del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, del “Grande Israele”, che includerebbe, oltre a Cisgiordania e Gaza, anche parti di Egitto e Giordania.