Esteri

IL MONDO NEL MIRINO-Taiwan, Tmsc non sarà colpita dai dazi di Trump

Lo “scudo di silicio” protegge il gigante taiwanese

di Ernesto Ferrante -


Il gigante taiwanese dei semiconduttori Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc) è esente dai dazi del 100% imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui microchip, poiché ha stabilimenti negli Stati Uniti. A dichiararlo è stato Liu Chin-ching, direttore del Consiglio Nazionale per lo Sviluppo, durante una conferenza stampa. Liu, tuttavia, ha chiarito che altri produttori dell’isola ribelle “saranno interessati” dalla misura varata dal tycoon.

Le contromisure di Taiwan

“Continueremo a monitorare la situazione e proporremo misure di sostegno a breve e medio termine”, ha spiegato il direttore del Consiglio Nazionale per lo Sviluppo. Il presidente statunitense non ha specificato la data di entrata in vigore di questa nuova tariffa sui chip e i semiconduttori, che innescherà inevitabilmente altre reazioni a catena. Il capo della Casa Bianca accusa da tempo Taiwan di sabotare l’industria americana in questo settore strategico. Per proteggere il suo status di più grande produttore di chip al mondo, Tsmc ha annunciato nel marzo scorso un investimento di ben 100 miliardi di dollari negli Stati Uniti per costruirvi stabilimenti produttivi. Una “soluzione” simile è stata adottata da Apple.

L’importanza dei chip prodotti da Tsmc

Dalle fabbriche del colosso provengono i microchip utilizzati in tutto il mondo per i prodotti più blasonati, dagli iPhone di Apple alle apparecchiature di intelligenza artificiale all’avanguardia di Nvidia. Gli esperti parlano non a torto di “scudo di silicio”, riferendosi alla protezione di cui gode Taipei dall’invasione o dal blocco per mano della Cina e alla difesa da parte degli Usa, proprio per il suo essere l’epicentro della produzione dei preziosi componenti elettronici. Taiwan rimane soggetta a dazi temporanei del 20% sui suoi prodotti, ad eccezione dei semiconduttori, in attesa della firma di un accordo specifico con Washington.

Recentemente, le autorità taiwanesi hanno arrestato tre persone sospettate di aver divulgato “segreti commerciali” di Tsmc. Il colosso sostiene che un ex dipendente e due attuali membri dello staff abbiano “ottenuto illegalmente” informazioni riguardanti “una tecnologia di un settore chiave” per la nazione.

Dalla Taiwan Semiconductor Manufacturing Company hanno fatto sapere di aver scoperto la situazione a luglio, quando è stato rilevato “un accesso insolito ai fascicoli interni del personale”, stando a quanto riportato dai procuratori. Dopo aver interrogato testimoni e raccolto prove, si è arrivati alla conclusione che gli individui in questione erano “fortemente sospettati” di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale.

La società ha reso noto di aver adottato “rigorosi provvedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti” in queste “potenziali fughe di notizie di segreti commerciali”. “Dato che il caso è attualmente al vaglio dei tribunali, non siamo in grado di fornire ulteriori dettagli in questo momento”, ha precisato ancora, senza menzionare il nome della tecnologia al centro della vicenda dai contorni alquanto nebulosi.


Torna alle notizie in home