Di digitale l’Italia “sa” poco
Stanziate risorse per oltre 46 miliardi, poi trascuriamo il valore degli specialisti Ict
Competenze digitali, i Paesi Ue sono in affanno e, tra loro, l’Italia lo è ancora di più. Lo ha rivelato la recente relazione della Commissione europea.
Digitale, come sta messa l’Italia
Il nostro Paese “ha compiuto notevoli progressi nel potenziamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici digitali, ma continua ad affrontare sfide nell’adozione dell’intelligenza artificiale e nella crescita delle startup.
Un impaccio ancor più significativo perché manteniamo un ruolo di leadership in tecnologie strategiche come l’ingegneria quantistica e i semiconduttori. Un ruolo di primo piano che non sembra aiutarci.
Le risorse spese
Quanto a risorse e investimenti, facciamo la nostra parte. Stanziamo il 26% del nostro Piano complessivo di ripresa e resilienza per il digitale (46,8 miliardi di euro) e, nell’ambito della politica di coesione, 4,9 miliardi di euro, pari all’11% del finanziamento totale, sono destinati a promuovere la trasformazione digitale.
Poi, siamo dentro tre consorzi europei per le infrastrutture digitali, quello dell’Alliance for Language Technologies, dei Local Digital Twins verso CitiVerse e di quelo Europeum, partecipando direttamente pure all’Ipcei sulla microelettronica e le tecnologie della comunicazione e a quello sulle infrastrutture e i servizi cloud di prossima generazione.
La marcia non è quella giusta, trascurati gli specialisti Ict
Spia di una manovra che in Italia non marcia per il verso giusto, il numero degli specialisti Ict. La quota di queste competenze rispetto all’occupazione totale in Italia si attestava al 4% nel 2024 (l’obiettivo nazionale per il 2030 è dell’8,4%), contro una media Ue del 5%. Ma non si sono registrati progressi rispetto al 2023, è come se ci fossimo fermati, il Paese non ha fornito un punto di riferimento nazionale per il 2024. E la percentuale di donne specializzate Ict in Italia era del 17,1%, ancora al di sotto del 19,5% dell’Ue, pur con un tasso di crescita significativo dell’8,9%.
Il mercato del lavoro
Eppure, in termini di domanda del mercato del lavoro, le statistiche sperimentali di Eurostat basate sul web scraping mostrano che in Italia, come nel resto dell’Ue, i profili di “sviluppatori e analisti di software e applicazioni” sono i più ricercati, rappresentando il 48,8% degli annunci di lavoro online per specialisti Ict (58,0% a livello UE). Segue il profilo di “installatori e riparatori di elettronica e telecomunicazioni”, che in Italia rappresenta il 16,4% degli annunci di lavoro online (6,6% è la media Ue).
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