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L’Europa alla Casa Bianca, Trump: Zelensky rinunci a Crimea e Nato

Un format diplomatico inusuale segue il vertice in Alaska, ipotizzato per venerdì un trilaterale Trump-Putin-Zelensky

di Giorgio Brescia -


Dopo il vertice del 15 agosto in Alaska la partita della ricerca della pace in Ucraina che Trump e Putin tenevano indicata alle loro spalle nell’incontro ad Anchorage si sposta alla Casa Bianca di Washington per un format diplomatico inusuale incentrato sull’Europa.

A Washington la prima volta dell’Europa per la pace in Ucraina

Senza precedenti nella storia recente, le massime cariche europee sono coinvolte direttamente nelle trattative: alla Casa Bianca il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quello francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ol primo ministro britannico Keir Starmer, la nostra premier Giorgia Meloni, il presidente finlandese Alexander Stubb, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e Mark Rutte, segretario generale della Nato.

Nella delegazione americana sono previsti pure il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff. L’obiettivo degli incontri è discutere delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e delle prospettive per un accordo.

Il vertice inizierà con una sessione bilaterale Trump-Zelensky seguita dall’arrivo degli altri leader europei per la parte multilaterale dell’incontro.

Già venerdì prossimo, viene ipotizzato senza indicarne il luogo, potrebbe avvenire un trilaterale Trump-Putin-Zelensky.

Trump torna al pressing su Zelensky, i Paesi Ue: senza Ucraina impossibile un accordo

Probabile che anche l’esito odierno, salvo stravolgimenti e sorprese, confermi le posizioni attuali. Trump ha rilanciato su una possibile pace tra Russia e Ucraina: secondo il presidente americano, Volodymyr Zelensky “può mettere fine subito alla guerra se vuole”, ma ciò implica accettare le condizioni avanzate sia da Washington che da Mosca.

Ovvero, rinunciare alla Crimea: ha ribadito che “non si può riavere indietro la Crimea” e che quella partita ormai è persa da anni. A suo dire, “non è nemmeno un punto di discussione” e l’Ucraina dovrebbe accettare la perdita della Crimea.

E poi abbandonare il percorso verso la Nato: Trump sostiene che l’Ucraina non può entrare nella Nato e che questa concessione è parte integrante del piano di pace.

I Paesi europei ribadiscono con fermezza che non ci può essere nessun accordo di pace senza la piena partecipazione e il consenso dell’Ucraina. Emmanuel Macron ha sottolineato che “nessuna discussione territoriale sull’Ucraina può avvenire senza gli ucraini” e che “i confini internazionali non possono essere modificati con la forza”.

La posizione dell’Unione Europea è chiara: ogni decisione sui confini e sul territorio deve essere presa esclusivamente con l’Ucraina al tavolo delle trattative.

Il presidente ucraino Zelensky ha ribadito che Kiev non intende accettare imposizioni di cessione territoriale da parte della Russia, e ha chiesto garanzie di sicurezza tangibili e affidabili.

L’opzione dell’articolo 5 della Nato

C’è poi una “rivelazione” riferita da Steve Witkoff, inviato speciale di Trump, che riguarda un possibile accordo di garanzie di sicurezza per l’Ucraina simili a quelle previste dall’articolo 5 del trattato Nato. Questo articolo prevede che un attacco a uno Stato membro sia considerato un attacco a tutti, attivando una difesa collettiva.

Witkoff ha spiegato che durante il vertice di Anchorage con Putin, per la prima volta la Russia avrebbe accettato che Stati Uniti ed Europa possano offrire all’Ucraina garanzie di sicurezza di questo tipo, un passo avanti significativo rispetto al passato.

Una materia tutta da definire solo con la conferma di Putin ad un nuovo vertice.


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