Cronaca

Udine, aggressione al pronto soccorso: arrestato un 32enne nordafricano

Un Ferragosto di violenza all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.

di Gianluca Pascutti -


Udine è stata teatro, nel pomeriggio di Ferragosto, di un episodio che riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle strutture sanitarie. Un uomo di 32 anni, di nazionalità marocchina, è stato arrestato dalla Polizia di Stato dopo aver aggredito il personale sanitario del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia.

Secondo quanto ricostruito, il giovane era stato ricoverato in osservazione a seguito di un trauma cranico, con tutta probabilità riconducibile all’assunzione di cannabinoidi. Dopo alcune ore di permanenza, l’uomo avrebbe chiesto con insistenza di essere dimesso, ricevendo però un rifiuto da parte dei medici, in considerazione delle sue condizioni di salute.

L’aggressione ai sanitari

È stato in quel momento che la situazione è precipitata. L’uomo ha improvvisamente colpito un medico e due infermieri, provocando panico tra i presenti. Due operatori sanitari hanno riportato lievi contusioni, mentre un terzo ha subito il danneggiamento del camice, strappato durante la colluttazione.

Grazie al rapido intervento di una Volante della Polizia, allertata attraverso il nuovo sistema di allarme che collega in tempo reale il pronto soccorso con la Questura di Udine, l’aggressore è stato immobilizzato e condotto in arresto.

Le accuse a carico dell’uomo

Oltre al reato di aggressione a pubblico ufficiale, il 32enne dovrà rispondere anche del nuovo reato di “danneggiamento di cose destinate al servizio sanitario”, fattispecie introdotta di recente nel Codice penale proprio per tutelare con maggiore incisività le strutture ospedaliere e chi vi lavora.

La reazione del personale e dei sindacati

L’episodio ha destato profonda preoccupazione tra i lavoratori del settore. Subito dopo l’aggressione, sindacati e personale sanitario hanno ribadito con forza la necessità di potenziare le misure di sicurezza negli ospedali friulani.

Le richieste principali riguardano, una maggiore presenza di guardie giurate o forze dell’ordine nei reparti a rischio, l’installazione capillare di pulsanti antiaggressione, collegati direttamente alle centrali operative e un piano formativo mirato a gestire episodi di violenza, che purtroppo risultano in aumento anche a Udine.

Un problema che riguarda tutti

Il caso di Udine non è isolato: negli ultimi anni si moltiplicano gli episodi di aggressioni nei confronti di medici, infermieri e operatori sociosanitari in tutta Italia. Ogni fatto di cronaca, come quello di Ferragosto, diventa quindi un campanello d’allarme che richiama l’attenzione delle istituzioni.

Resta ora da capire se le richieste del personale sanitario troveranno risposte concrete, così da garantire non solo la tutela dei lavoratori, ma anche la serenità dei cittadini che si recano in ospedale per ricevere cure.


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