Politica

“Mia moglie” su Facebook: foto intime per 32mila iscritti

Meta lo ha chiuso, Baldassarre (Regione Lazio): Criptopornografica riduzione del corpo della donna

di Dave Hill Cirio -


Oscurato da Meta il gruppo Facebook “Mia moglie” che contava 32mila iscritti, dopo che è stato oggetto di forti critiche e denunce per aver diffuso immagini intime di donne, la maggior parte ignare, esposte agli occhi e ai commenti violenti e sessisti degli altri membri. Le immagini ritraevano donne in momenti intimi, spesso senza il loro consenso.

“Mia moglie” su Facebook: la denuncia di Baldassarre

“Apprendo dalla stampa con sconcerto – ha denunciato l’assessore alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia della Regione Lazio, Simona Baldassarre – l’esistenza su Facebook del gruppo “Mia moglie”, dove si condividono foto intime di donne, presumibilmente senza consenso. Sono fiduciosa che la polizia possa compiere indagini rapide, anche alla luce del fatto che il gruppo è stato oscurato. Fra chat più o meno pubbliche, scambio di materiale porno e gruppi ‘incel’, oramai assistiamo ad un continuo svilimento dell’immagine femminile, ad una pericolosa criptopornografica riduzione del corpo della donna, ma anche ad una torsione volgare e patologica di una certa sessualità maschile, predatoria e criminale, perché pubblicare foto intime su internet, senza consenso, è reato. Questi fenomeni sono la riprova che le grandi opportunità offerte dalla tecnologia vadano governate, soprattutto nel campo degli affetti. Rispetto a tutto ciò, occorre informare e vigilare. In Regione Lazio, lo stiamo facendo con progetti di educazione alla cultura del rispetto, contro sexting, revenge porn e cyberbullismo. Occorre proseguire su questa strada”.

Come era nato il Gruppo

Il gruppo “Mia moglie” non si limitava alla condivisione di sole foto intime, ma in molti casi includeva anche immagini di donne (mogli, compagne, amiche) in situazioni quotidiane, a volte in abbigliamento intimo o costume, sempre senza consenso e con un contesto di commenti spesso violenti o di natura sessista.

Era nato come uno spazio dove uomini condividevano foto delle proprie partner o di altre donne, ma è rapidamente degenerato in una piattaforma di sfruttamento e violazione della privacy femminile. La pressione pubblica è stata decisiva per la sua rimozione da parte di Meta.

Il Codacons: Ora Meta chiuda tutti i gruppi simili

Il Codacons chiede l’intervento di Meta per chiudere immediatamente tutti i gruppi, le pagine e i profili responsabili della diffusione di contenuti sessisti, violenti e degradanti.

“Non basta spegnere un singolo spazio quando esplode l’indignazione pubblica – scrive -: la piattaforma è ancora infestata da ambienti che alimentano la cultura del branco, la mortificazione delle donne e la violenza online. Meta deve garantire un impegno strutturale e permanente, con sistemi di monitoraggio costante e la rimozione di qualsiasi contenuto che violi i diritti degli utenti”.

Il Codacons sottolinea che continuare a tollerare ambienti virtuali del genere equivale a normalizzare discriminazioni e abusi, con ricadute dirette sul fenomeno della violenza sulle donne. Per questo l’associazione ribadisce la richiesta di introdurre filtri stringenti per l’accesso dei minori ai social, così da evitare che ragazzi e adolescenti vengano esposti a contenuti tossici e pericolosi.

“Non ci accontenteremo di chiusure parziali o tardive – prosegue – . Pretendiamo che Meta garantisca il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti e ponga fine, una volta per tutte, a questa deriva digitale che calpesta la dignità delle donne e in genere delle vittime”.


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