Esteri

Le bombe nel Baltico: l’operazione Diametro/2

Dopo circa tre anni mille misteri su un attentato che fece impennare il prezzo del gas in Europa: Follow the money...

di Angelo Vitale -


L’attentato ai gasdotti Nord Stream avvenne il 26 settembre 2022 nel Mar Baltico. esplosioni sottomarine danneggiarono gravemente tre delle quattro condotte dei gasdotti Nord Stream 1 (in funzione dal 2011) e Nord Stream 2 (mai entrato in funzione).

Le indagini per le esplosioni nel Baltico

Le indagini indipendenti, incluse quelle tedesche, danesi e svedesi, hanno appurato che le esplosioni furono causate da cariche esplosive posizionate sotto i gasdotti del Baltico, probabilmente da sommozzatori. L’acciaio delle condotte venne tagliato con precisione tramite cariche cave, utilizzando pochi chilogrammi di esplosivo altamente potente.

Dal punto di vista investigativo, la Procura tedesca – quella che ha emesso il mandato per l’arresto del cittadino ucraino avvenuta la scorsa notte a Rimini – è l’unica rimasta attiva e ha emesso mandati di cattura internazionali nei confronti di alcuni cittadini ucraini, tra cui un istruttore di sub e altri due subacquei, sospettati di essere stati direttamente coinvolti nel piazzamento degli esplosivi durante un’operazione condotta usando uno yacht chiamato “Andromeda”.

Le inchieste giornalistiche

Secondo inchieste giornalistiche di Der Spiegel, Washington Post e altri media tedeschi, l’attacco sarebbe stato organizzato e coordinato da un gruppo ucraino di sabotatori, sotto la direzione di alti ufficiali delle forze speciali ucraine con esperienza nell’intelligence militare e nei servizi di sicurezza. Il nome in codice dell’operazione sarebbe “Diametro”. Questo gruppo avrebbe operato con l’appoggio di addestramenti ricevuti anche dagli Stati Uniti, che avrebbero formato almeno alcuni membri dell’unità addetta al sabotaggio.

L’Ucraina ha sempre negato

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha negato ogni coinvolgimento ufficiale dello Stato ucraino, accusando invece la Russia dell’attentato. Tuttavia, le prove raccolte indicano una responsabilità diretta di un commando ucraino, senza che vi siano riscontri di ordini diretti dal vertice politico ucraino.

Inoltre, è emerso che subito dopo il sabotaggio del Nord Stream, il medesimo commando aveva intenzione di attaccare anche il gasdotto TurkStream (gasdotto russo-turco), ma tale operazione non è poi stata realizzata.

I misteri rimangono molti

Numerosi i misteri e gli aspetti non chiariti. Fin dall’inizio: fu annunciata un’indagine congiunta di Svezia, Danimarca e Germania. Non partì mai, la Russia si mise di traverso, Svezia e Danimarca rivelarono timori che un team unico avrebbe condiviso segreti di Stato dei loro Paesi.

Joe Biden, mesi prima aveva annunciato che avrebbe “posto fine” a Nord Stream. Parole mai chiarite. Come la presenza di navi militari russe e americane nei giorni precedenti alle bombe.

Mai chiarite nemmeno le abituali accuse alla Cia. Ma pure la presenza, pare acclarata, di agenti statunitensi a bordo del panfilo “Andromeda” fermato da forze della Polonia, che sarebbe stato utilizzato per l’operazione, secondo alcuni addirittura programmata nel 2014 all’atto dell’invasione della Crimea. E – misteriosamente – un ucraino ricercato per l’attentato riuscì a varcare il confine polacco per il ritardo dell’inserimento del suo nome nella piattaforma informatica.

Tra tanti misteri, una certezza: dopo le bombe il gas europeo aumentò del 12 per cento. Follow the money, come sempre.


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