Ambiente

Maxi inchiesta sull’Urbanistica di Milano

di Rita Cavallaro -

L’immobiliarista Manfredi Catella, fondatore di Coima sgr, arriva al Tribunale del Riesame, dove viene discusso il ricorso contro la misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sull'urbanistica, Milano 20 Agosto 2025. ANSA/MATTEO CORNER


Con la revoca dei domiciliari al re del mattone sono tutti liberi i protagonisti dell’inchiesta sull’Urbanistica di Milano. Ieri i giudici del Riesame hanno annullato pure l’arresto di Manfredi Catella, fondatore e ceo di Coima, ristretto ai domiciliari su richiesta della Procura milanese, che procede per corruzione nei confronti di un gruppo d’affari che avrebbe ridotto gli uffici comunali “a simulacri della funzione pubblica di pianificazione e attuazione urbanistica”, si legge negli atti, “e appendice asservita degli interessi di una cerchia elitaria di società operatrici, progettisti e gruppi finanziari, che hanno imposto, al di fuori delle regole dello Stato e in base ad un illegale ordinamento parallelo – programmi di massiccio sviluppo edilizio della città, sia all’interno del nucleo più centrale della città, in particolare di alcune zone di essa, propagandati come interventi ecosostenibili, di “ristrutturazione” edilizia, restyling, “rigenerazione urbana” e risparmio di suolo, e “di interesse pubblico””. La maxi inchiesta, in cui è indagato anche il sindaco Giuseppe Sala per false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone e concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, aveva portato all’arresto, oltre che di Catella, anche dell’ex assessore comunale all’urbanistica Giancarlo Tancredi, dell’ex componente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e del manager Federico Pella. Tutti e tre erano stati liberati la scorsa settimana, quando i giudici hanno disposto una misura interdittiva di un anno. Il Tribunale ha inoltre annullato gli arresti per il patron di Bluestone Andrea Bezziccheri, l’unico che era in carcere, e per Alessandro Scandurra. Soddisfazione per la decisione del Riesame dal manager di Coima, il cui coinvolgimento nell’inchiesta riguarda soprattutto l’emblematica vicenda del Pirellino, il progetto del grattacielo in stile Bosco verticale firmato dall’archistar Stefano Boeri. “Tornerò al lavoro oggi stesso dopo un’esperienza importante che ci ha rafforzato nella nostra solidità morale”, ha commentato a caldo. Poi ha diffuso un comunicato, per ripercorrere la vicenda a seguito della decisione positiva dei giudici. “In questi 35 giorni dalla notifica dell’indagine preliminare non abbiamo rilasciato alcuna dichiarazione, nel rispetto di quella che riteniamo essere una condotta deontologicamente rispettosa di un processo di valutazione da parte della magistratura che dovrebbe essere una regola innanzitutto morale per tutti”, ha precisato. “Come avevamo anticipato lo scorso 16 luglio, dopo avere ricevuto la notifica dell’indagine ci siamo impegnati a fornire ogni prova fattuale della nostra estraneità alle accuse, nel rispetto innanzitutto dei nostri stakeholder e delle colleghe e dei colleghi di Coima”, si legge. “In data odierna il collegio del Tribunale del Riesame ha emesso la propria decisione con cui ha annullato la misura cautelare disposta, disattendendo quindi la richiesta della Procura. Siamo fiduciosi”, sottolinea il manager di Coima, “che la motivazione della decisione possa contribuire a fare chiarezza sulla vicenda e sulla correttezza del nostro operato. In relazione a tutte le circostanze in cui abbiamo interagito con l’amministrazione comunale, esprimo la stima per la deontologia professionale di Christian Malangone, di Giancarlo Tancredi e dei colleghi che hanno sempre operato nel rispetto della propria funzione pubblica. In questi giorni abbiamo tra l’altro dedicato parte del tempo anche a scrivere il libro “Otto – parte prima” come contributo di riflessione di prospettiva concreta, partendo proprio dall’indagine urbanistica in corso e dalle parole dell’Arcivescovo Delpini, di cui anticiperemo la pubblicazione del capitolo 4 “Responsabilità” a breve”, conclude. Un libro di riflessioni che si contrappone a una maxi inchiesta in cui sono coinvolte 74 persone tra politici, professionisti e costruttori, un gruppo d’affari che, secondo la Procura, avrebbe attuato un Piano di Gestione del territorio “ombra”, al cui centro c’era la figura di Marinoni, dipinto dai pm come “spregiudicato faccendiere, incline alla corruzione”. Ed è proprio per nominare Marinoni a capo della Commissione Paesaggio che il sindaco Sala avrebbe commesso il falso, attestando l’assenza di conflitti di interesse dell’ex presidente con costruttori o progettisti di lavori esaminati dalla Commissione. L’altro capo d’accusa contestato a Sala, il concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità, è legato alla circostanza di aver venduto alla società di Catella l’area per realizzare il Pirellino.


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