Esteri

IL MONDO NEL MIRINO – Le “interdipendenze” economiche Taiwan-Usa

Il settore non tecnologico è stato colpito anche dal rafforzamento del dollaro taiwanese

di Ernesto Ferrante -


Le decisioni dell’amministrazione statunitense stanno influendo molto sull’economia di Taiwan. Il pil dell’isola ha fatto segnare una crescita dell’8% su base annua nel secondo trimestre, trainato dalle esportazioni nette. “Gli investimenti nell’intelligenza artificiale hanno stimolato la domanda di semiconduttori e prodotti elettronici correlati di Taiwan. L’anticipo degli acquisti dovuto ai timori sui dazi statunitensi ha contribuito all’impennata nel secondo trimestre. Il boom dell’Ia e i timori relativi ai dazi statunitensi hanno portato il surplus commerciale nei dodici mesi precedenti di Taiwan con gli Stati Uniti a 100 miliardi di dollari a luglio, rispetto ai 65 miliardi del 2024”. A sostenerlo in un report è Mali Chivakul, Emerging Markets Economist di J. Safra Sarasin.

L’impatto dei dazi di Trump sulle esportazioni

I dazi si applicano principalmente alle esportazioni non tecnologiche, che rappresentano circa il 20% delle esportazioni totali verso gli Stati Uniti. Taipei sarà probabilmente costretta a introdurre un pacchetto di misure di sostegno per questo settore. L’altro 80% delle esportazioni di Taiwan verso gli Stati Uniti, è costituito da semiconduttori e altri prodotti elettronici che sono attualmente esenti dai dazi reciproci. L’andamento delle esportazioni taiwanesi è inevitabilmente legato alla possibilità di un aumento significativo dei dazi sul settore dei semiconduttori. Sebbene l’aliquota tariffaria settoriale non sia stata ancora definita, il tycoon ha lasciato intendere che potrebbe arrivare al 100%.

Trump ha affermato che concederà esenzioni dai dazi settoriali sui semiconduttori alle aziende che si impegnano a investire in maniera importante negli Stati Uniti. Tsmc, che ha indicato una strada anche agli altri con la sua astuta mossa, ha annunciato un investimento di 165 miliardi di dollari negli Usa.

Il caso del dollaro di Taiwan

Il settore non tecnologico, si legge nel documento, “è stato colpito anche dal rafforzamento del dollaro taiwanese, poiché gli investitori istituzionali con posizioni lunghe in dollari Usa (principalmente assicuratori vita) hanno iniziato a coprire le loro posizioni in dollari. Un surplus commerciale più elevato comporta una maggiore necessità di riciclare le entrate in valuta estera. Sebbene un aumento degli investimenti diretti all’estero potrebbe essere una soluzione, alcuni investitori potrebbero decidere di mantenere più dollari taiwanesi nel proprio Paese”.

J. Safra Sarasin, banca privata svizzera con sede a Basilea, di proprietà del gruppo brasiliano J. Safra, prevede che il dollaro taiwanese seguirà un trend di apprezzamento nel medio termine, con “un apprezzamento incrementale nella seconda metà dell’anno”.

L’autorità di regolamentazione finanziaria taiwanese, ha sottolineato l’analista, “ha modificato alcune norme per sostenere le compagnie di assicurazione sulla vita che devono far fronte a perdite in valuta estera”. Per effetto degli “aggiustamenti”, possono utilizzare i tassi di cambio medi su sei mesi per calcolare il proprio capitale sulla base del rischio.


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