Porto di Genova: “Faccetta nera” e saluti romani
Il clamoroso episodio dalla bettolina San Polo della veneziana Petromar
Fa clamore la notizia della canzone “Faccetta nera” e di saluti romani nel porto di Genova, ancor più per la storia antifascista dello scalo marittimo ligure.
Apologia del fascismo nel porto di Genova
Il caso di apologia del fascismo viene denunciato dal sindacato Fit Cisl Liguria. E’ un episodio segnalato sabato da un suo iscritto imbarcato sulle unità che svolgono servizio di bunkeraggio in porto a Genova.
“Durante lo spostamento da una banchina dove viene caricato il prodotto da consegnare alle navi, in procinto di consegnare un servizio, da un’altra delle imbarcazioni adibite allo stesso servizio, dalla bettolina San Polo appartenente all’altra società concessionaria del servizio, la veneziana Petromar, si diffondeva ad alto volume la canzone “Faccetta nera” tristemente nota come inno del fascismo”.
“A bordo – prosegue la denuncia – erano inoltre presenti persone che accompagnavano la musica con saluti romani, rivolti proprio verso la mia unità. Il fatto è avvenuto presso una delle banchine del Terminal Rinfuse, nello specifico Ponte Rubattino“.
Fit Cisl denuncia il fatto come “particolarmente grave e inaccettabile, sia per il luogo in cui è avvenuto — Genova, città insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza e simbolo di lotta per la libertà e la democrazia — sia per la fama del porto di Genova e dei suoi lavoratori, da sempre sensibili ai temi che possano in qualche modo ledere diritti democratici o comunque riconducibili alla Costituzione italiana”.
Da Petromar, finora, nessuna reazione e nessun commento.
La storia antifascista del porto di Genova
Negli anni ’60, il 30 giugno 1960, Genova fu teatro di una grande manifestazione antifascista, con la partecipazione di circa 100mila persone, inclusi molti lavoratori portuali, i “camalli”. La protesta nacque contro la decisione del Movimento Sociale Italiano di tenere il proprio congresso in città. In precedenza i portuali genovesi si erano distinti, durante la Seconda Guerra Mondiale, per la resistenza al fascismo e all’occupazione nazista.
Negli ultimi decenni, i camalli hanno continuato la tradizione di lotta sociale, opponendosi anche al traffico di armi e alla presenza di navi da guerra nel porto.
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