Esteri

Francia, “ultima spiaggia”o terzo premier in un anno?

L'8 settembre il governo Bayrou sarà probabilmente sfiduciato, scioperi e manifestazioni in previsione

di Dave Hill Cirio -


La Francia di nuovo al “tutto per tutto” per mantenere in piedi il governo. Il primo ministro francese François Bayrou ha annunciato che l’8 settembre presenterà al Parlamento un voto di fiducia sul suo governo, legato a un piano di risanamento economico che prevede tagli per oltre 44 miliardi di euro. Quel giorno, potrebbe muoversi anche la piazza, con scioperi e manifestazioni.

Francia, una nuova crisi

La situazione politica è molto critica, con Bayrou senza una maggioranza solida e con l’opposizione compatta nel votare contro la fiducia, tra cui sinistra radicale, Verdi, comunisti e destra estrema. In caso di voto di sfiducia – che si ritiene oggi da più parti certo – , Bayrou e il governo saranno costretti a dimettersi.

In questa eventualità, il presidente Emmanuel Macron potrebbe decidere di sciogliere il Parlamento, convocare elezioni anticipate o nominare un nuovo primo ministro.

Macron non ha ancora commentato ufficialmente, ma è noto che ha già approvato il piano di risanamento e che vuole restare in carica fino al 2027. La Francia si trova dunque sull’orlo di una nuova crisi politica ed economica, con tensioni sulle scelte di bilancio e ampie proteste sociali annunciate per settembre.

Dietro l’angolo il terzo premier in un anno?

Emmanuel Macron potrebbe nominare un terzo primo ministro, il terzo premier in meno di un anno. Gli ultimi due primi ministri sono stati Michel Barnier, caduto dopo pochi mesi, e il barcollante François Bayrou, attuale premier in carica ma senza una maggioranza solida.

Circa le forze da coagulare, dati gli equilibri complessi dell’Assemblea nazionale francese, la nuova maggioranza potrebbe essere costruita intorno a un’alleanza tra centro (MoDem di Bayrou), una parte della sinistra moderata (socialisti collaborativi) e forse alcuni elementi della formazione Renaissance di Macron, cercando di evitare l’appoggio dell’estrema sinistra radicale o della destra estrema, entrambe nettamente all’opposizione.

Qualcuno ipotizza pure la possibilità di un governo tecnico o più centrista che possa ottenere maggior consenso parlamentare, includendo posizioni concilianti con ecologisti, socialisti e parte della coalizione governativa attuale, evitando una nuova crisi che porterebbe a elezioni anticipate.


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