Caso Mediterranea, violare la legge non è fare opposizione
Il caso Mediterranea non ha nulla a che fare con le dinamiche maggioranza/opposizione, sale della democrazia. La nave della ong, con dieci immigrati irregolari a bordo, ha deciso di approdare a Trapani anziché a Genova, porto assegnato dal Centro di coordinamento dei soccorsi, con il chiaro e conclamato intento di trasgredire le regole in sfida al governo.
Infatti per la nave è scattato il fermo amministrativo per violazione della legge. Subito la sinistra si è stracciata le vesti – per l’applicazione della legge, lo ripetiamo -, e il ministro dell’Interno Piantedosi ha ricordato che il contrasto ai trafficanti di esseri umani e la gestione dei soccorsi spettano allo Stato, non alle ong (come quella in questione, capeggiata dal famigerato Luca Casarini).
Le opposizioni adesso inscenano le solite passerelle, scapicollandosi a salire a bordo a favore di camera, facendo a gara di solidarietà, ma il nodo è un altro: come ha stabilito il Consiglio di Stato, solo le autorità possono decidere il porto sicuro. Quelle dei compagni sono sceneggiate ridicole, che però incitano a violare le regole: altro che democrazia. caso Mediterranea
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