Esteri

Ucraina, i russi sfondano a Dnipropetrovsk. Zelensky chiede altri aiuti e garanzie di sicurezza

Gli Stati Uniti hanno approvato il trasferimento a Kiev di 3.350 missili di precisione Eram

di Ernesto Ferrante -


L’Ucraina ha ammesso per la prima volta che l’esercito russo è penetrato nella regione di Dnipropetrovsk. “Sì, sono entrati e i combattimenti sono in corso in questo momento”, ha riferito all’Afp Viktor Tregubov, portavoce del Gruppo operativo-strategico delle forze di Dnipro.

Dagli Usa sì all’invio di 3.350 missili di precisione Eram

Gli Stati Uniti hanno approvato il trasferimento agli ucraini di 3.350 missili di precisione Eram, avio lanciati e con una gittata fino a 450 chilometri, proprio mentre il Pentagono ha introdotto restrizioni sull’impiego degli Atacms contro obiettivi in Russia. Non è ancora chiaro se delle limitazioni si applicheranno anche agli Extended Range Attack Munitions, il cui utilizzo dovrà essere approvato in ogni caso dal dipartimento della Difesa. Il costo di questo nuovo sistema è relativamente basso, si parla di circa 850 milioni di euro, e sarà in larga parte coperto dagli europei.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scritto su ‘X’ che è necessario “accelerare” il lavoro con i partner sulle garanzie di sicurezza. Nel corso di un incontro con i militari, sono state affrontate “le esigenze principali di ogni settore e unità”, e “la necessità di ulteriori forniture” per “questi settori”.

“È stato anche presentato un rapporto sul lavoro con tutti i partner della Coalizione dei volenterosi: Europa, Stati Uniti e altri – ha aggiunto Zelensky – In settimana ci saranno incontri importanti e contatti di lavoro”. “Va accelerato il ritmo del lavoro – ha concluso il presidente ucraino – La componente di difesa delle garanzie di sicurezza va dettagliata nel prossimo futuro”.

Confronto Ue-Stati Uniti

Una portavoce della Commissione europea, durante il briefing giornaliero con la stampa, ha ribadito che “è assolutamente importante proseguire tutti gli sforzi diplomatici per porre fine all’aggressione russa”. L’argomento è stato “uno dei punti principali” emersi nel confronto tra rappresentanti europei e il segretario di Stato Marco Rubio. Alla chiamata ha partecipato anche l’Alta rappresentante Ue per gli affari esteri, Kaja Kallas, che “ha elogiato gli sforzi degli Stati Uniti in materia di pace”.

Per quanto riguarda le garanzie di sicurezza, “sono in corso discussioni e sforzi diplomatici”, mentre al Consiglio affari esteri in formato Gymnich, in agenda per venerdì e sabato a Copenaghen, verrà valutato “come aumentare la pressione sulla Russia e su come sostenere ulteriormente e meglio l’Ucraina affinché sia il più forte possibile”, ha specificato ancora la portavoce. Allo stato attuale “è molto chiara la necessità di aumentare ulteriormente la pressione sulla Russia affinché sia disposta a compromessi, ed è proprio per questo che stiamo lavorando al 19º pacchetto di sanzioni”. Sul versante delle garanzie di sicurezza da offrire gli ucraini, materia affidata ai consiglieri per la sicurezza nazionale dei vari Paesi dopo l’incontro tra Donald Trump e i rappresentanti europei a Washington, si dovrebbero avere novità in tempi brevi.

Sono stati tratti in salvo tutti i 148 minatori rimasti intrappolati sottoterra in seguito all’attacco russo contro una miniera ucraina nella regione di Donetsk. Lo ha annunciato il leader sindacale Mykhailo Volynets. La società energetica Dtek, che aveva denunciato il bombardamento, ha confermato il buon esito delle operazioni.

Metsola: “Senza sforzi Ue impossibili negoziati di pace”

“Kiev non sarebbe libera senza il sostegno europeo. I negoziati di pace non sarebbero possibili senza gli sforzi costanti dell’Europa”, ha affermato la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola durante il suo discorso al Meeting di Rimini, ringraziando la premier Giorgia Meloni e il ministro degli esteri Antonio Tajani “per il contributo determinante dell’Italia nel difendere i valori europei”.

“Vogliamo la pace. L’abbiamo sempre voluta. Ma una pace duratura, che mantenga tutti noi al sicuro che si fondi sul principio del ‘niente sull’Ucraina senza l’Ucraina’. E perché ciò accada, deve significare che nulla sull’Europa può essere deciso senza l’Europa. Non perché vogliamo la guerra ma perché vogliamo la pace”, ha proseguito Metsola.


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