Esteri

Ucraina, Usa pronti a fornire intelligence e supporto per il dopoguerra

Il progetto Usa prevede la protezione del territorio ucraino con un sistema a tre livelli

di Flavia Romani -


Gli Stati Uniti si sono detti disponibili a garantire un contributo decisivo al piano di sicurezza per l’Ucraina del dopoguerra, delineato dalle capitali occidentali e basato su un dispositivo di difesa guidato dall’Europa. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Washington sarebbe pronta a mettere a disposizione risorse di intelligence, sorveglianza, comando e controllo, oltre a capacità di difesa aerea, a sostegno di un futuro dispiegamento europeo nel Paese.

Ucraina e dopoguerra: cosa prevede il progetto

Il progetto, discusso in una serie di colloqui tra funzionari americani, europei e ucraini, prevede una no-fly zone e uno scudo aereo coordinato da Londra e Parigi, con il coinvolgimento di altri Stati membri della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”. A protezione del territorio ucraino si immagina un sistema a tre livelli: una zona smilitarizzata, eventualmente pattugliata da forze di pace neutrali concordate da Kiev e Mosca; un confine più robusto difeso dall’esercito ucraino armato e addestrato dalla NATO; e, in profondità, una forza di deterrenza europea in grado di scoraggiare nuove aggressioni russe.

Il sostegno americano non comporterebbe l’invio di truppe da combattimento, opzione che Washington continua a escludere, ma verrebbe articolato attraverso gli “abilitatori strategici” indispensabili per l’efficacia del piano: dal monitoraggio satellitare per verificare un eventuale cessate il fuoco, alla logistica, ai radar terrestri e al supporto aereo, inclusi i missili Patriot già forniti a Kiev.

Secondo il Financial Times, l’offerta statunitense è condizionata alla disponibilità delle capitali europee a dispiegare direttamente sul terreno decine di migliaia di soldati. Un impegno considerevole che, al momento, incontra resistenze interne in diversi Paesi, mentre anche all’interno dell’amministrazione Trump non mancano voci scettiche. In particolare, il segretario alla Difesa Pete Hegseth teme che un coinvolgimento eccessivo possa trascinare gli Usa in un futuro conflitto.

Dal canto suo, Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha confermato le trattative e spiegato che ciascun Paese della coalizione contribuirà in maniera differente, “componendo un quadro fatto di sostegno militare, politico ed economico”. Yermak ha inoltre rivelato che si sta discutendo del possibile dispiegamento di quattro o cinque brigate europee in Ucraina, integrate dagli “abilitatori” americani. “È un grande cambiamento rispetto alla primavera”, ha sottolineato, evidenziando come la sicurezza dell’Ucraina resti una priorità cruciale per l’Occidente.


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