Attualità

Si dimette il manager con il vizietto della cannabis

Suntory non poteva permettersi confusione: produce essa stessa integratori in un Paese in cui la sostanza è vietata

di Redazione -


Terremoto Suntory: lascia il ceo Takeshi Niinami dopo un’indagine sui suoi integratori sospetti, l’accusa è di aver utilizzato prodotti a base di cannabis.

Cannabis negli integratori: via il ceo

Scossone ai vertici di Suntory, colosso giapponese delle bevande e uno dei più grandi gruppi del settore a livello globale. L’amministratore delegato Takeshi Niinami ha annunciato le dimissioni dopo che la polizia ha perquisito la sua abitazione nell’ambito di un’indagine su presunti integratori illegali. La notizia, diffusa dal Financial Times, ha fatto rapidamente il giro dei mercati e del mondo imprenditoriale internazionale, dove Niinami era da tempo una delle figure più note.

La perquisizione e le accuse

Secondo quanto riportato, le autorità giapponesi hanno perquisito il lussuoso appartamento del manager a Tokyo, sequestrando campioni di urine da sottoporre ad analisi tossicologiche. L’ipotesi di reato riguarda alcuni integratori sospettati di contenere un estratto di cannabis, sostanza illegale in Giappone. Tuttavia, gli inquirenti non avrebbero trovato alcuna sostanza vietata nell’abitazione. Due fonti vicine al dirigente hanno spiegato che Niinami riteneva i prodotti contenessero CBD, la molecola non psicoattiva della cannabis, ampiamente disponibile e meno regolamentata in Giappone. In una conferenza stampa a Tokyo, il ceo uscente ha respinto ogni accusa, sottolineando di aver acquistato gli integratori convinto della loro legalità: “Non ho commesso alcun illecito. Ero certo che quei prodotti fossero conformi alla legge”.

Le reazioni del gruppo

La vicenda ha messo in forte imbarazzo il consiglio di amministrazione di Suntory, che produce essa stessa integratori e perciò non può permettersi zone d’ombra in materia di sicurezza e regolamentazione in un Paese ove la cannabis è vietata. In una conferenza stampa, il presidente Nobuhiro Torii ha ricordato che la società aveva ricevuto una segnalazione ufficiale dalle autorità lo scorso 22 agosto e che Niinami era stato ascoltato in due audizioni interne. Alcuni membri del board avrebbero voluto attendere la conclusione delle indagini prima di decidere sul futuro del dirigente, ma alla fine ha prevalso una linea più dura. “Abbiamo ritenuto indispensabile prestare la massima attenzione, soprattutto nel settore degli integratori che è parte integrante delle attività del gruppo”, ha spiegato Torii.

Un leader simbolo dell’industria

La caduta di Niinami segna un passaggio delicato per Suntory accostata all’uso della cannabis. Manager di grande carisma e di profilo internazionale, era al timone da oltre un decennio e aveva guidato l’integrazione con Beam Inc., storico produttore di whisky americano, acquisito nel 2014 per 16 miliardi di dollari. Un’operazione che aveva consacrato Suntory tra i player mondiali del beverage, insieme a marchi come Orangina, Lucozade e Maker’s Mark. Oltre al ruolo aziendale, Niinami era diventato una figura di spicco nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Giappone, interlocutore di primo piano nei dossier economici bilaterali e presenza costante nei forum internazionali. La sua improvvisa uscita di scena lascia un vuoto che va ben oltre i confini aziendali.

Le possibili conseguenze

Al momento non è chiaro se Niinami potrà essere formalmente incriminato, né quali saranno le conseguenze giudiziarie dell’indagine. La sua immagine pubblica resta comunque segnata da una vicenda che tocca un tema delicato in Giappone: la rigidissima legislazione sulla cannabis. Per quanto riguarda Suntory, invece, si apre una fase di transizione. La priorità dichiarata dal consiglio è garantire stabilità e trasparenza, mentre i mercati e gli osservatori attendono di capire chi guiderà il colosso giapponese nel dopo-Niinami.


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