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Aquileia sotto accusa: il meeting con l’Egitto è uno schiaffo alla memoria di Giulio Regeni

Delegazione ufficiale egiziana accolta ad un meeting culturale religioso a poca distanza da casa Regeni.

di Gianluca Pascutti -


Aquileia accoglie al meeting culturale e religioso “Aquileia + Alexandria”, una delegazione ufficiale egiziana. Una scelta che sta facendo discutere, indignare e soprattutto ferire chi non dimentica la tragedia di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso al Cairo nel 2016.

Aquileia e la ferita ancora aperta

Non è possibile ignorare il fatto che Aquileia si trovi a pochi chilometri da Fiumicello, paese natale di Giulio e luogo in cui i suoi familiari continuano a vivere. Che proprio da qui si decida di ospitare rappresentanti ufficiali di quello stesso governo che per anni ha ostacolato indagini e processi è un gesto che suona come una provocazione e un oltraggio alla memoria.

Le voci della politica indignata

Il segretario nazionale di AVS, Nicola Fratoianni, ha parlato chiaro: «Che il sindaco di Aquileia abbia avuto la bella pensata di organizzare questo meeting con l’Egitto è un fatto che ci indigna profondamente». Parole dure che trovano eco nel consigliere regionale Furio Honsell di Open FVG: «Non si deve mai cedere ad altri interessi quando è in gioco la giustizia e la verità». È la stessa accusa che molti cittadini rivolgono oggi ad Aquileia: sacrificare il rispetto per Giulio Regeni sull’altare di un’iniziativa che odora più di passerella diplomatica che di sincero dialogo.

La scelta “inopportuna” secondo il M5S

Alla condanna si aggiunge anche la consigliera regionale del M5S, Maria Rosaria Capozzi, che definisce l’iniziativa «inopportuna». Difficile darle torto: quale senso ha promuovere un incontro con chi non ha mai mostrato collaborazione nelle indagini sulla morte di Giulio? Il rischio è che Aquileia finisca ricordata non come città della cultura, ma come luogo della dimenticanza.

Un evento senza spessore

Il consigliere del PD Martines rincara la dose parlando di una scelta “assurda” e chiedendo l’annullamento del meeting. Fa notare inoltre come nel programma siano assenti la Fondazione Aquileia e persino la Basilica, simboli identitari della città. Una conferma che si tratta di un evento debole, privo di vera sostanza, incapace di rappresentare la comunità locale e piegato a logiche che nulla hanno a che vedere con la giustizia.

Aquileia, tra cultura e oblio

Che Aquileia sia da sempre cerniera di culture e religioni nessuno lo nega. Ma in questo caso, aprire le porte a una delegazione egiziana significa voltare le spalle a Giulio Regeni e alla battaglia per la verità che ancora oggi i suoi genitori giustamente portano avanti con coraggio. Non è cultura, è rimozione. Non è dialogo, è resa.


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