Economia

Gli sciacalli del web e le truffe sulla morte di Armani

di Cristiana Flaminio -


Gli sciacalli del web non si fermano davanti a nulla e strumentalizzano la morte di Giorgio Armani per le truffe gli utenti. Sui social, in particolare su Facebook, già spuntano le prime inserzioni fasulle che promettono i soliti guadagni stratosferici agli ingenui internauti. Solo che, invece di tirare in ballo la “solita” Meloni o il “solito” Piersilvio Berlusconi, adesso pubblicano contenuti falsi che sfruttano l’immagine del re della moda.

Armani è morto: via alle truffe complottiste

Un’inserzione su Facebook, solo – con ogni probabilità – una delle tante che ogni giorno vengono proposte, pagate e pubblicate come contenuti sponsorizzati dalla piattaforma di Mark Zuckerberg. A chi scrive, scrollando l’home, è apparsa l’immagine dello stilista accompagnata da una inquietante, quanto assurda, sciocchezza complottista che urla alla “censura di Stato”: Giorgio Armani è stato ucciso “per la sua piattaforma pensionistica che porta 10mila euro al mese a ogni italiano”. Nel testo del post, però, il tenore dell’invito è ben diverso: “La sua eredità ti consente di guadagnare a partire da 10mila euro al mese: affrettati a partecipare”. Come se l’apertura di un testamento fosse un gioco a premi. Per dare credibilità a profferte a dir poco ridicole viene riportato, in maniera del tutto indebita e abusiva, il logo quotidiano Repubblica. Roba a cui non si può né deve prestare il minimo credito.

Le truffe che non vanno via: ma i social hanno responsabilità di ciò che pubblicano?

Quella in nome di Armani è solo l’ultima delle truffe che circola, con costanza, sulle pagine di Facebook. Evidentemente non si è fatto ancora abbastanza per frenare i contenuti truffaldini. E a Menlo Park, probabilmente, ritengono sia compito dell’utente riconoscere le frodi potenziali e magari segnalarle ai team di moderazione. Che solo allora, e solo dopo aver spuntato caselle da diversi questionari, valuteranno i contenuti. Che, intanto, risultano pubblicizzati. Il tema resta quello della sicurezza e delle responsabilità per le piattaforme. Un argomento divisivo, a dir poco, e su cui la politica si interroga da molto, forse troppo, tempo.


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