Esteri

“Le porte dell’inferno si sono aperte a Gaza”. E l’Ue se ne lava ancora una volta le mani

Netanyahu insiste: “La guerra può finire immediatamente alle condizioni stabilite da Israele”

di Ernesto Ferrante -


“Le porte dell’inferno si sono aperte a Gaza”. A scriverlo non è stato stato qualche giornalista o un componente di una delle Agenzie Onu che vedono quotidianamente le sofferenze della popolazione dell’enclave palestinese, ma il ministro della Difesa israeliano Israel Katz.

Nei prossimi giorni le Forze di difesa israeliane condurranno attacchi mirati contro gli edifici “convertiti in infrastrutture terroristiche” in vista delle operazioni a Gaza City: telecamere, sale di controllo, postazioni di cecchini, postazioni di tiro anticarro e centri di comando e controllo. A riferirlo è stato il portavoce dell’esercito israeliano, aggiungendo che prima dei raid saranno adottate misure per ridurre al minimo la possibilità di vittime civili.

Hamas ha diffuso un video con l’ostaggio Guy Gilboa-Dalal

Hamas ha diffuso un video che mostra l’ostaggio Guy Gilboa-Dalal insieme a un’altra persona ancora nelle sue mani. Gilboa-Dalal è visibile all’interno di un’auto. Nel filmato afferma di essere stato tenuto prigioniero per 22 mesi, il che potrebbe indicare che è stato girato di recente. La famiglia del secondo ostaggio ha chiesto che non venga identificato, secondo l’Hostages and Missing Families Forum. I familiari non hanno dato il consenso alla pubblicazione del contenuto audiovisivo.

“Nessun video di propaganda indebolirà la nostra determinazione e ci distoglierà dal raggiungimento degli obiettivi” che Israele si è prefissato “per la fine della guerra” nella Striscia di Gaza, ha avvertito l’ufficio di Benjamin Netanyahu dopo il colloquio che il primo ministro israeliano ha avuto con i genitori di Guy Gilboa-Dalal e Alon Ohel.

La linea di Netanyahu e dei suoi non è cambiata: “La guerra può finire immediatamente alle condizioni stabilite da Israele”, ovvero “il rilascio di tutti i nostri ostaggi, sia vivi che caduti, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia di Gaz, il controllo di sicurezza israeliano nella Striscia di Gaza e l’istituzione di un’amministrazione civile alternativa che non rappresenti una minaccia per Israele”.

La presa di posizione dell’Egitto e il poco coraggio dell’Ue

Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdel Atty ha denunciato il progetto israeliano di occupazione della Striscia di Gaza e lo sfollamento dei palestinesi che ne conseguirebbe. “Lo sfollamento non è un’opzione. Per noi è una linea rossa e non lo permetteremo”, ha detto il capo della diplomazia egiziana.

La Commissione Europea ha preso le distanze dalla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera che ha definito le azioni israeliane nella Striscia come un “genocidio”. La Commissione non ha una “posizione” in merito alla questione, ha chiarito la portavoce capo dell’esecutivo Ue Paula Pinho, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

“Non c’è una posizione della Commissione su questo”, ha precisato la portavoce capo, lasciando intendere che Ribera ha espresso una posizione personale, che non impegna il collegio. Per il portavoce per gli Affari Esteri, Anouar el Anouni, “stabilire se siano stati commessi crimini internazionali, incluso il genocidio, è competenza dei tribunali nazionali, così come dei tribunali internazionali e delle corti che possono avere giurisdizione sulla qualificazione giuridica di tale atto”.

Gli Stati Uniti e l’Onu stanno discutendo di un piano per la ricostruzione della Striscia di Gaza prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che prevede la formazione di un “governo tecnico” per Gaza che resti in carica un anno, una forza di stabilizzazione internazionale, il disarmo di Hamas e il rifiuto della deportazione di massa dei palestinesi. Approvato dall’Onu e varato dalla Casa Bianca, stando a quanto riporta il Guardian, è stato discusso in particolare dal Segretario di Stato americano Marco Rubio.

In Italia iniziative a sostegno della Global Sumud Flotilla

Oggi in tutta Italia si svolgeranno iniziative a sostegno della Global Sumud Flotilla, la flotta civile organizzata per consegnare aiuti di prima necessità a Gaza, riaprire i corridoi umanitari e rompere l’assedio che tiene sotto embargo la popolazione palestinese di Gaza.

Il governo Meloni ha informato il presidente del Senato e il presidente della Camera dei deputati della disponibilità a riferire in Parlamento sulla politica estera, come richiesto dai gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione nella giornata di giovedì 11 settembre.


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