Esteri

Scoppia il caso della lettera di Trump a Epstein: i democratici la pubblicano. La Casa Bianca: “Un falso”

Una lettera attribuita a Donald Trump per il compleanno di Jeffrey Epstein riaccende le polemiche. La Casa Bianca e il tycoon negano: “Falso clamoroso”

di Giuseppe Ariola -


Una nuova polemica scuote la politica americana. I parlamentari democratici hanno reso pubblica una lettera del 2003 attribuita a Donald Trump, indirizzata a Jeffrey Epstein, il finanziere newyorkese morto in carcere nel 2019 mentre attendeva processo per reati sessuali. Il documento, che secondo i democratici proverebbe la vicinanza tra i due negli anni d’oro del jet set newyorkese, era stato già citato dal Wall Street Journal a luglio, ma all’epoca l’ex presidente ne aveva negato l’esistenza. La lettera contiene lo schizzo di un busto femminile e un breve scambio di frasi attribuite alternativamente a Trump ed Epstein. In chiusura, compare quella che sembra la firma del futuro presidente degli Stati Uniti.

Contenuto e simbolismo

Il testo della lettera raffigura un dialogo immaginario tra i due: “Abbiamo alcune cose in comune, Jeffrey”, scrive Trump, per poi aggiungere: “I puzzle non invecchiano mai, l’hai notato?”. Il messaggio si conclude con un augurio: “Buon compleanno. Che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto”. Un linguaggio enigmatico che ha spinto i democratici a chiedere maggiore trasparenza. “Trump parla di un ‘segreto meraviglioso’ condiviso con Epstein. Cosa nasconde? Pubblicate i documenti!”, hanno scritto su X i deputati che hanno diffuso la lettera, allegando anche un’immagine del documento.

La dura smentita della Casa Bianca

La reazione dell’entourage di Trump non si è fatta attendere. Con una nota ufficiale, la portavoce Karoline Leavitt ha ribadito che “Donald Trump non ha disegnato questo schizzo e non ha firmato questa lettera”. La comunicazione denuncia inoltre la diffusione di “false informazioni orchestrate dall’opposizione democratica per alimentare teorie cospirative” sui legami tra il tycoon e Epstein. Lo stesso Trump, parlando ai suoi sostenitori, ha definito il documento una “bufala colossale” e ha promesso di chiarire la vicenda, pur cercando di ridimensionare l’impatto politico del caso in piena campagna elettorale.

Le cause legali contro il Wall Street Journal

L’affaire si intreccia con una battaglia giudiziaria già in corso. Dopo la pubblicazione delle prime indiscrezioni a luglio, Trump ha infatti fatto causa al Wall Street Journal e al proprietario Rupert Murdoch, chiedendo almeno 10 miliardi di dollari di risarcimento per diffamazione. Secondo il quotidiano, la lettera era stata consegnata da eredi di Epstein a una commissione del Congresso incaricata di raccogliere documenti relativi al caso. L’esistenza del documento, rivelata per la prima volta dal giornale, aveva già alimentato sospetti e speculazioni, ora rilanciate dalla mossa dei democratici.

Il caso Epstein e le teorie del complotto

La vicenda si inserisce in un contesto già avvelenato. Il caso Epstein continua infatti a generare teorie del complotto negli Stati Uniti. Il finanziere, arrestato per abusi sessuali e traffico di minori, fu trovato morto nel 2019 nella sua cella di Manhattan. Le autorità parlarono di suicidio, ma molti sostengono che sia stato assassinato per impedirgli di rivelare i nomi di potenti personaggi coinvolti nei suoi affari. Nonostante le pressioni dell’opinione pubblica, a luglio l’amministrazione Trump aveva annunciato di non aver trovato nuove prove per riaprire il dossier, alimentando ulteriori accuse di insabbiamento.

Reazioni e dubbi sull’autenticità

Oltre alla Casa Bianca, anche alcune voci del mondo conservatore hanno messo in dubbio la veridicità della lettera. Il popolare podcaster Charlie Kirk, vicino alle posizioni trumpiane, ha dichiarato su X: “Sembra davvero la firma del presidente? Non credo. Questa lettera è stata falsificata”. Ciononostante, la pubblicazione del documento offre nuova linfa ai democratici, che chiedono chiarezza e accusano Trump di nascondere il proprio passato legame con Epstein. Il caso della lettera Trump-Epstein si trasforma in un nuovo terreno di scontro politico a poche settimane dall’entrata nel vivo della campagna presidenziale. Da un lato, i democratici insistono nel chiedere trasparenza e alimentano dubbi sui rapporti tra il tycoon e il finanziere caduto in disgrazia; dall’altro, Trump e la Casa Bianca respingono con forza le accuse, parlando di una manovra orchestrata dall’opposizione. La verità sull’autenticità della lettera resta incerta, ma la vicenda conferma quanto il nome di Jeffrey Epstein continui a pesare come un’ombra sulla politica e sulla società americana.


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