Oms: “La prossima pandemia potrebbe scoppiare ovunque e all’improvviso”
Tedros Adhanom Ghebreyesus: “La domanda non è se emergerà il patogeno X, ma se saremo pronti quando accadrà”
“La prossima pandemia potrebbe scoppiare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Potrebbe essere causata da un virus che conosciamo bene o per qualcosa di completamente nuovo, quello che gli scienziati chiamano patogeno X”. Ecco perché “dobbiamo lavorare insieme, con scienziati provenienti da ogni angolo del mondo, per migliorare la nostra preparazione globale”. Questo il messaggio diffuso ieri via X dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in un video in occasione della conferenza Mastering Immunity 2025 che si è tenuta nei giorni scorsi a Singapore. “La domanda non è se emergerà il patogeno X, ma se saremo pronti quando accadrà”, ha precisato il Dg.
Tedros Adhanom Ghebreyesus indica il percorso
“Dobbiamo espandere la ricerca, utilizzare prototipi di patogeni che ci aiutino a capire come si comportano interi gruppi di patogeni correlati, come si diffondono e come potrebbero essere controllati. È anche importante sviluppare una ricerca collaborativa geograficamente diversificata che coinvolga scienziati da tutto il mondo”, ha rimarcato Ghebreyesus.
L’adozione dell’accordo Oms
“All’assemblea mondiale di quest’anno le nazioni del mondo hanno adottato l’Accordo Oms sulle pandemie, storico strumento di diritto internazionale per rendere il mondo più sicuro – ha inoltre ricordato Tedros – L’accordo include impegni vincolanti per costruire, rafforzare e sostenere capacità di ricerca e sviluppo geograficamente diversificate e per migliorare l’accesso equo ai vaccini e ad altre contromisure mediche”.
In tutto il mondo, ha continuato il Dg, “l’Oms sta lavorando per promuovere consorzi di ricerca aperta e collaborativa che riuniscano scienziati, ricercatori, sviluppatori, finanziatori e regolatori per far progredire la ricerca sulle famiglie di patogeni”. Fra le iniziative avviate, il capo dell’agenzia Onu per la salute ha voluto ricordare quella lanciata nel 2022: “Il programma per la tecnologia mRna in Sud Africa, che ora – ha concluso – condivide questa tecnologia con una rete di 15 Paesi partner”.
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