Maria Rosaria Boccia si improvvisa giornalista: l’intervista a Vannacci che fa discutere
"Preferisco Putin a Zelensky". La risposta del generale fa discutere
C’è chi il giornalismo lo studia, lo pratica, lo vive tra redazioni e notti insonni. E poi c’è chi, come Maria Rosaria Boccia, sceglie di calarsi direttamente nei panni della giornalista, e intervista niente meno che il generale Roberto Vannacci. Ma tant’è: in fondo, basta un microfono per trasformarsi da “non consulente” a “non giornalista”. Il nome di Maria Rosaria Boccia circola da tempo nei corridoi della politica per lo scandalo del quale è stata protagonista insieme all’ex ministro della Cultura Sangiuliano. Caso al quale sono seguite diverse inchieste giudiziarie, alcune delle quali sono tutt’ora in corso. Eppure, con sorprendente naturalezza, Boccia si è presentata davanti a Vannacci per condurre un’intervista che oggi fa parlare molto.
La “non giornalista” incontra un generale vero
La scena ha qualcosa di surreale. Boccia, con tono sicuro, introduce il generale e lo invita a raccontarsi: lui non si fa pregare e l’intervista ha inizio. Le domande scorrono leggere, più da conversazione che da inchiesta. Quando si tocca il tema dell’immigrazione, Vannacci ribadisce: “Accogliere tutti è impossibile. Chi entra deve rispettare le nostre regole, altrimenti rischiamo di snaturare il Paese”. Nessuna replica critica, nessuna contro-domanda: Boccia ascolta e lascia correre. Il momento più sorprendente arriva però quando si parla della guerra in Ucraina. Alla domanda su chi preferisca tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, il generale risponde senza esitazioni: “Se devo scegliere, preferisco Putin a Zelensky“. Una dichiarazione destinata ad accendere polemiche, che in un’intervista seria avrebbe probabilmente sollevato una raffica di domande aggiuntive.
Perché l’intervista della Boccia a Vannacci fa discutere
In pochi minuti, l’incontro diventa l’ennesima occasione di ribalta per il generale. Boccia, pur senza esperienza giornalistica, offre a Vannacci un palcoscenico perfetto, senza il rischio di domande scomode o di repliche ad affermazioni controverse. Così, l’intervista più che informare sembra confermare una visione di parte. Il risultato è un curioso cortocircuito mediatico: da una parte una “non giornalista” che riesce a ottenere un’intervista ambita, dall’altra un militare che trasforma ogni comparsa pubblica in carburante per la sua immagine. Vista la nuova carriera intrapresa dalla Boccia una volta uscita dal minsitero della Cultura, la domanda è: dopo Vannacci, quale sarà il prossimo intervistato? Opinionisti e politici non mancano, e Boccia ha già dimostrato che per farsi spazio basta volerlo.
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