Attualità

Piantedosi: “Con questo governo meno presenze rom in Italia”

"Dopo anni di immobilismo, numeri in calo ora continuiamo così"

di Maria Graziosi -


Secondo il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, col governo Meloni ci sono meno presenze rom in Italia. Lo ha affermato, il titolare del Viminale, durante il question time alla Camera. In cui proprio Piantedosi ha rivendicato gli effetti di una strategia, voluta dall’esecutivo, che ha fatto calare di ben 3mila presenze il numero delle persone di etnia rom presenti in Italia.

“Meno rom in Italia”, parla Piantedosi

Il ministro ha affermato che “dopo anni di immobilismo e di incapacità di progettare alternative sul piano sociale e culturale, le associazioni che monitorano il fenomeno registrano segnali di incoraggiante decremento del numero degli insediamenti formali e informali di comunità rom e sinti e delle presenze negli insediamenti esistenti su tutto il territorio nazionale”. I numeri citati da Piantedosi: “. Basti pensare che, da quando questo governo è in carica, la stima di tali presenze segna un calo da circa 16 mila persone a poco più di 13 mila”. Per il ministro è necessario continuare su questa strada: “Si tratta di continuare ed intensificare l’azione inter-istituzionale volta a superare gli insediamenti ancora presenti, creando alternative concrete e durature di ripristino della legalità e di lotta al degrado e alle marginalità”.

Il caso in Calabria

Il ministro ha poi voluto ribadire che la situazione legata alla comunità rom di Lamezia Terme, in Calabria, “è alla costante attenzione del Ministero dell’Interno che, tramite la rete delle Prefetture, persegue l’obiettivo di superare le situazioni di illegalità e di degrado tipiche dei campi rom, affiancando le amministrazioni locali nelle iniziative di loro competenza”. E quindi ha spiegato: “Anche la Regione Calabria sembra muoversi in piena sintonia con tale impostazione, avendo stanziato 8 milioni di euro per un progetto di delocalizzazione e di socializzazione della popolazione rom di Scordovillo, che conta circa 90 nuclei familiari situati in baracche di fortuna”. “Il progetto – ha concluso il ministro –  prevede la delocalizzazione in alloggi già in proprietà di ATERP e di nuova acquisizione anche da privati, al fine di garantire adeguate ed alternative soluzioni alloggiative, per poi procedere alla demolizione dell’accampamento e alla relativa bonifica dell’area”.


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