Grazie Giorgio
È da poco mancato il grande re della moda, colui che ha reso grande l’Italia con le sue creazioni, con le sue aziende, con tutto ciò che ha rappresentato e continuerà a rappresentare. Perché il mito non si ferma con il lutto. Scrivo queste righe con orgoglio e con commozione. Orgoglio di italiano, orgoglio di giornalista, orgoglio di uomo che ha potuto difendere nelle pagine dell’Identità e sostenere Giorgio Armani quando altri preferivano gettare ombre inutili, per alimentare scandali fasulli su reti pubbliche. Colui che ha vestito il mondo intero con eleganza e sobrietà è stato offeso da chi non sarebbe in grado neppure di reggere un bicchiere senza rovesciarlo. Oggi, di fronte al silenzio assordante di certi colleghi che dovrebbero vergognarsi, mi sento ancora più fiero di aver fatto il contrario: di aver preso posizione, di aver difeso un gigante che non aveva certo bisogno delle mie parole, ma che ha voluto comunque ringraziarmi con un gesto che non dimenticherò mai. Pochissime settimane fa ho ricevuto una lettera personale, su quella sua carta semplice e imperiale, firmata di suo pugno. Poche parole, non una di più, non una di meno. Scritte con quella sobrietà che era cifra della sua arte e della sua vita. Un segno che mi porto dentro come il privilegio di un contatto diretto con una leggenda. E allora, a chi oggi tace e preferisce nascondersi, dico solo: vergognatevi. Vergognatevi di non saper riconoscere chi ha dato all’Italia lavoro, prestigio, immagine, bellezza. Vergognatevi di ridurre a polemica ciò che è stato patrimonio nazionale. Il giornalismo non può essere solo veleno, non può ridursi a un rigore tirato senza portiere. Il giornalismo vero è anche saper difendere, saper dire grazie, saper riconoscere grandezza. E io, oggi, lo dico forte: grazie Giorgio. Grazie per le tue parole, grazie per la tua arte, grazie per aver fatto dell’Italia una bandiera di eleganza e di stile. Grazie per averci lasciato il tuo segno inconfondibile, eterno, universale. Grazie, Giorgio Armani. Grazie, grazie, grazie.
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