La politica del tutto e del contrario di tutto
A Strasburgo il Pd vota con Forza Italia, la Lega con i 5 Stelle e Fratelli d'Italia con Avs
Gli schieramenti si dividono sullo storico voto del Parlamento europeo alla risoluzione su Gaza
C’è un tratto assolutamente peculiare che contraddistingue i giudizi e le posizioni sull’attuale crisi in Medioriente. Per la prima volta le contrapposizioni politiche non riguardano solamente schieramenti opposti, ma sono insite al loro interno. Paradossalmente, questo fa sì che partiti distinti e distanti tra loro su tutto si trovino ad assumere le medesime posizioni di altri con i quali non hanno nulla in comune. Senza dubbio il posizionamento politico su una questione enorme come il dramma a cui è sottoposta la popolazione della Striscia di Gaza dipende da un’abbondante vastità di fattori, alcuni dei quali strumentali. Il voto di ieri al Parlamento europeo sulla risoluzione su Gaza ne è un esempio eloquente. Chi mai e poi mai avrebbe sostenuto un documento potenzialmente in grado di far storcere il naso a Israele ha quindi votato allo stesso modo di chi considera quel testo troppo debole, magari perché non contiene la parola “genocidio”.
Il posizionamento dei partiti all’Europarlamento
È dunque accaduto che gli esponenti di Lega e Movimento 5 Stelle, che su quanto accade nella Striscia hanno posizioni diametralmente opposte, come ben si evince dal dibattito politico e parlamentare in Italia, a Strasburgo si siano espressi allo stesso modo, ovvero votando contro la risoluzione su Gaza. Di contro, gli eurodeputati di Forza Italia e Pd, che sulla crisi umanitaria in corso a Gaza e sul modo per farvi fronte se le suonano di santa ragione, hanno sostenuto il documento. Vedere poi Fratelli d’Italia astenersi, proprio come ha fatto Ilaria Salis, pur per motivazioni diverse – si intende – è la ciliegina sulla torta. Non una torta qualsiasi però, una scomposta, di quelle davanti alle quali non sai da dove iniziare a mangiare.
Lo scontro in Senato
Ancora più assurdo è che mentre il Parlamento europeo era impegnato in un voto in ogni caso storico, anche perché il testo approvato – lo ricordiamo, con i voti della delegazione di Forza Italia e senza quelli del Movimento 5 Stelle – invita “gli Stati membri a valutare la possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina”, nell’aula del Senato andava in scena un attacco senza senso dei pentastellati al ministro degli Esteri e segretario degli azzurri Antonio Tajani. Il motivo? Per la grillina Maiorino il vicepremier forzista si comporterebbe come “un influencer prezzolato da Israele”. Quindi, in Europa i 5 Stelle votano contro un testo che condanna quanto sta facendo il governo Tel Aviv a Gaza, ma a Palazzo Madama attaccano il leader di un partito che quel documento pro Gaza e pro Stato di Palestina lo ha, invece, votato. Tutto e il contrario di tutto.
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