Esteri

Un’unica mano e tante teste. Ecco perché l’omicidio di Charlie Kirk è “collettivo”. L’assassination culture

Sono state rinvenute munizioni su cui erano incise espressioni legate all'ideologia transgender e antifascista

di Ernesto Ferrante -


Dal dolore alla resa dei conti, nel giro di poche ore. L’uccisione dell’attivista conservatore Charlie Kirk nel campus della Utah Valley University a Orem, aumenta esponenzialmente la paura di una deflagrazione della violenza politica negli Stati Uniti. Sui social americani si paventa addirittura il rischio di una guerra civile. L’assassinio di Kirk, pur essendo opera di un uomo solo, è attribuibile a tante teste, come accade nelle società caratterizzate da una forte polarizzazione e un inasprimento del dibattito pubblico. Da un report dello scorso anno del Network Contagion Research Institute (Ncri), sono emersi dati impressionanti: 38 americani su 100 ritengono “giustificabile” l’eliminazione di Trump, 31 quella di Musk. Tra gli elettori di sinistra le percentuali salgono al 55 e al 48%. Una vera e propria “assassination culture” in via di “normalizzazione”.

Una deriva pericolosa che Kirk aveva denunciato

“La cultura dell’assassinio si sta diffondendo nella sinistra”, aveva scritto in uno dei suoi numerosi post Charlie Kirk, aggiungendo che “la sinistra è trascinata in una frenesia violenta” e “ogni risultato negativo, che sia la sconfitta a una elezione o in tribunale, giustifica una risposta massimalista”.

L’assassinio del fondatore di Turning Point Usa – si legge sul New York Times – ha scosso profondamente il mondo evangelico statunitense, che lo considera già “un martire della fede e dei valori tradizionali”. Pastori e attivisti stanno ricordando la sua influenza come una guida spirituale. “Charlie è morto per ciò in cui credeva, per qualcosa di più grande di sé stesso”, ha dichiarato il pastore Jackson Lahmeyer, fondatore di “Pastors for Trump”. Altri hanno addirittura paragonato la sua figura a quella di Martin Luther King Jr. “Intercessors for America” lo ha definito il “Mlk dei tempi moderni”.

Le munizioni ideologizzate

Continua, nel frattempo, la caccia al suo killer. Il governatore dello Utah, Spencer Cox, ha parlato apertamente di “un assassinio politico”. L’Fbi ha fatto sapere che è stato ritrovato un “fucile da caccia calibro 30”. L’attentatore ha sparato un solo colpo, da un tetto, secondo Beau Mason, Commissario del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Sono state rinvenute munizioni su cui erano incise espressioni legate all’ideologia transgender e antifascista. Kirk è stato colpito mentre rispondeva a una domanda sulle sparatorie di massa. Dopo essere stato centrato, è stato trasportato “con un mezzo privato” al Timpanogos Regional Hospital, dove è morto.

L’omaggio di Donald Trump

“Charlie è stato un gigante della sua generazione, un campione di libertà e un’ispirazione per milioni e milioni persone”, ha affermato Donald Trump. Il presidente americano ha detto di “non avere dubbi che la voce di Charlie e il coraggio che ha dato a una quantità infinita di persone, soprattutto giovani, sopravviverà”. Ha inoltre annunciato che lo premierà con la Medaglia presidenziale della libertà nel giorno di una cerimonia in cui – ha garantito intervenendo alla commemorazione al Pentagono in occasione del 24mo anniversario degli attacchi dell’11 settembre“ci sarà una folla molto molto grande”.

I tributi al giovane conservatore in Russia e Israele

L’esponente “Maga” 31enne era contrario agli aiuti all’Ucraina e fautore dell’avvicinamento fra Usa e Russia. Posizioni che hanno determinato una forte attenzione dei media russi rispetto alla sua vicenda. Per il Presidente della Commissione politiche dell’informazione del Consiglio della Federazione, Aleksei Pushkov, quanto accaduto è un “chiaro messaggio” a Donald Trump. Kommersant ha dedicato l’apertura dell’edizione online alla figura di Kirk, “un uomo brillante escluso dal gioco”. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, ha addossato l’uccisione dell’esponente politico americano a “una varietà di feccia liberale di sinistra che sostiene i banderisti a Kiev” e chiesto alla destra americana “di capire che sostenendo l’Ucraina sostengono gli assassini”.

Messaggi di vicinanza sono arrivati anche dalle massime autorità di Israele. “Charlie Kirk era un vero amico di Israele. Charlie rappresentava i valori giudaico-cristiani che uniscono Israele e gli Stati Uniti”, ha commentato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar. In precedenza anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo aveva ricordato su ‘X’, sostenendo che era “stato assassinato per aver detto la verità e difeso la libertà”.


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