Attualità

PRADA: UN MARCHIO TUTTO ITALIANO

di Gianluca Gioè -


UNA STORIA DI ECCELLENZA

Nel desolante panorama in cui marchi di pregio, simbolo della migliore italianità nel mondo, vengono fagocitati dai Francesi, Brioni, Gucci, Bulgari, per citarne solo alcuni, un caso a sé è rappresentato dal noto marchio Prada, non scalfito dal corso degli eventi, avendo ben saldi al timone del comando Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. Ma dove e quando è nata la straordinaria avventura del marchio? Ci troviamo nella Milano del XIX secolo, città nella quale è in corso un profondo restyling urbanistico: vengono spazzati via fatiscenti edifici ed angusti dedali viari per lasciare spazio ad un nuovo assetto, in grado di rendere omaggio ad un a nuova emergente metropoli industriale di respiro europeo. In questo rinnovato contesto, in cui si afferma una nuova borghesia, si rende necessaria la presenza di un punto di riferimento in grado di soddisfare le crescenti esigenze di famiglie benestanti, di un luogo in cui ogni desiderio di lusso possa trovare piena realizzazione: nasce così la Galleria Vittorio Emanuele II, progettata dall’architetto Giuseppe Mengoni, che farà della sala ottagonale un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per l’acquisto e per lo sfoggio. Correva l’anno 1867 quando fu inaugurata la Galleria. Ancora oggi una targa ricorda l’elegante impronta dell’architetto Mengoni al monumento urbano oggi salotto della capitale lombarda. Ed è proprio in questa elegante galleria che nasce la storia dei fratelli Mario e Martino Prada (Mario era il nonno di Miuccia Prada) pronti ad accogliere le capricciose richieste del nuovo ceto sociale sempre più esigente. Il primo negozio era nato nel 1913, in via ex Principe Umberto 2 (oggi via Turati), ad angolo con piazza Cavour, a qualche centinaio di metri dalla Galleria. I fratelli avevano iniziato a produrre articoli di altissima qualità: dai bastoni da passeggio con manici d’avorio ai bauli da piroscafo, oltre a valigie, borsette ed altri articoli di grande pregio artigianale. Già nel 1918, dopo soli cinque anni di attività, erano diventati fornitori ufficiali di bauli da viaggio della real casa Savoia. Grazie alla loro tenacia, dopo un periodo trascorso in via Manzoni 19, entrarono nello stesso anno nella prestigiosa Galleria. Non occupavano l’odierna posizione centrale ma si trovavano poco distanti dove oggi campeggia ancora l’insegna originale degli anni venti. La casa commerciale Fratelli Prada assurge a simbolo di prodotto d’eccellenza, passa da status di piccoli artigiani a grandi rappresentanti del lusso; il negozio trabocca di una miriade di articoli degni dei più raffinati dandy dell’epoca: bastoni in oro, tartaruga e avorio, valigie, borse, bauli, bottigliette in cristallo, porcellane, argenterie. Ogni materiale veniva scelto con la massima cura da Mario Prada. Poi la Guerra. I bombardamenti del 1943 danneggeranno la Galleria ma non fermeranno l’estro creativo dei fratelli nel periodo della ricostruzione postbellica. I Prada riprendono la produzione all’insegna ora del prodotto utile, date le precarie condizioni economiche delle famiglie italiane nel dopoguerra. Sarà Mario Prada a dare seguito al business di famiglia, dopo l’allontanamento di Martino per ragioni non precisate. Nel 1958, alla morte di nonno Mario, sarà la figlia Luisa a prendere le redini delle aziende di famiglia; sono lontani però i fasti degli anni venti. La giovane Miuccia, figlia di Luisa, non manifesta ancora alcun interesse per gli affari dell’azienda Fratelli Prada; frequenta il liceo classico Berchet di Milano restando affascinata dal carisma e dalla personalità del suo professore di religione, don Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione. Ancora dopo il conseguimento della laurea in scienze politiche gli affari di famiglia restano confinati lontano dai suoi interessi: da giovane riteneva la politica e l’arte della medicina le uniche professioni per le quali valesse davvero la pena impiegare il proprio tempo, considerava addirittura il mondo della moda come un capriccio di gente superficiale: non immaginava ancora che sarebbe diventata una stilista di fama mondiale. Sarà solo negli anni settanta che Miuccia sentirà il canto delle sirene e inizierà a interessarsi alle attività di famiglia.

I CAMBIAMENTI

La verve creativa subirà un’ulteriore accelerazione anche grazie all’incontro con il giovane imprenditore Patrizio Bertelli, che diventerà suo marito nel 1978. IL nome del brand cambia da “Fratelli Prada” all’attuale “Prada”. Da quel momento viene avviata una feconda e rivoluzionaria stagione creativa. Verrà impiegata nella produzione una resistente ed economica fibra sintetica, il nylon, punto di ripartenza di uno dei più apprezzati marchi del lusso e della qualità made in Italy. Con un tessuto non nobile lavorato e lucidato verrà realizzato l’antesignano del pratico e moderno zainetto. Solo dal 1988 però diverrà un articolo molto apprezzato dal mondo femminile alla ricerca di stile e praticità. Si passerà poi al mondo delle calzature e ad espandere il marchio a Parigi, Porto Cervo e, soprattutto, a New York . Nel 2026 pare che una donna andrà sulla Luna e vestirà Prada! Dal negozio di nonno Mario alla Luna è stato un attimo…


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