Vogliamo la pace: basta guerra di propaganda
Putinyahu è un nome di fantasia – che oggi campeggia nella nostra prima pagina – ma è la sintesi reale delle due guerre in corso che abbiamo più vicine e che però più ci allontanano dalla pace e dalla verità. Putinyahu, metà Putin metà Netanyahu, il primo è il presidente russo, il secondo è il premier israeliano. Sotto il loro comando la Federazione russa e Israele stanno conducendo operazioni militari che hanno molti tratti in comune e alcune grandi differenze.
Putin in Ucraina sostiene di voler mettere in sicurezza i territori russofoni che vogliono essere annessi. Ma per farlo ha invaso uno stato sovrano con l’intenzione di costringere Kiev e i suoi alleati occidentali – sostanzialmente la Nato, che dovrà restare fuori dall’Ucraina – a cedere per sempre i territori conquistati. In gioco c’è lo spazio vitale della potenza russa. Dall’inizio dell’aggressione di Mosca la condanna è stata subito unanime. E il rischio di un’escalation è dietro l’angolo, come nel recente caso dell’abbattimento dei droni russi nei cieli della Polonia: violazione di uno stato sovrano e possibile ricorso all’articolo 4 della Nato. Poi fortunatamente l’allarme è rientrato.
Netanyahu in Medioriente invece vuole eliminare ovunque si trovino i miliziani di Hamas, il movimento islamista di resistenza che controlla la Striscia di Gaza, come rappresaglia per l’attacco del 7 ottobre. Per uccidere tutti i leader di Hamas, il premier israeliano ha bombardato diversi stati sovrani – l’ultimo è il Qatar, dove peraltro c’è la più grande base militare Usa della regione. Ennesima violazione dello spazio aereo altrui ma la condanna soltanto quest’ultima volta è stata unanime. Eppure nella regione il rischio dell’ampliamento del conflitto è permanente, da decenni. Per non parlare del genocidio dei palestinesi nella Striscia, “perché tra loro si annidano i terroristi” – c’è ancora chi lo nega dando dell’antisemita (che confusione!) a chi condanna Tel Aviv.
Insomma, sebbene Putin e Netanyahu siano entrambi aggressori e abbiano entrambi scatenato conflitti armati, in Occidente – Usa in testa – governi e media li hanno trattati con due pesi e due misure. Anche questa è guerra, di propaganda. E allontana la pace. Noi vogliamo che Bibi sia considerato alla stregua di Vlad. Invece fino a poco tempo fa le condanne erano tutte per Mosca, anche se Tel Aviv ha letteralmente spianato la Striscia portando morte e carestia. Per fortuna, a nulla è valsa la propaganda israeliana – milioni spesi per diffondere sui social fake news sul fatto che non è vero che a Gaza si muore di fame (infatti, si muore – decine di migliaia di donne e bambini – anche sotto le bombe). A nulla è valso uccidere i giornalisti che volevano documentare l’orrore. Oggi (meglio tardi che mai) Putinyahu è sotto gli occhi di tutti. Adesso è ora della pace.
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