Esteri

Il ritratto di Tyler Robinson tra sinistre similitudini e l’ombra dei cattivi maestri

Cresciuto in un sobborgo dello Utah, Robinson sembrava avere un futuro roseo. Poi il buio.

di Ernesto Ferrante -


Tyler Robinson, il 22enne arrestato per l’omicidio di Charlie Kirk, dovrebbe comparire in tribunale martedì prossimo. “Se tutto procede come previsto la prima comparizione del signor Robinson sarà martedì pomeriggio”, ha detto Christopher Ballard, capo dello staff dell’ufficio informazioni pubbliche presso l’ufficio del procuratore della contea dello Utah.

I mormoni nella sua formazione

Il 22enne accusato di aver ucciso Kirk, era cresciuto nella comunità mormone, la stessa verso la quale il giovane attivista conservatore stava usando parole di elogio prima di essere colpito a morte. Il trumpiano aveva espresso grande apprezzamento per l’opera dei membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, definendo i mormoni “persone straordinarie” e ricordando che “metà del mio team è mormone”.

Secondo i media americani, Robinson, studente di un istituto tecnico, era stato membro della Chiesa da bambino. Una vicina, Kristin Schwiermann, ha raccontato al New York Post di aver conosciuto la famiglia attraverso la comunità religiosa e la scuola, descrivendo il presunto killer come “educato, intelligente” e con una borsa di studio completa, aggiungendo di essere rimasta “scioccata” dalla notizia.

Non affiliato ma fortemente politicizzato. Registrato nelle liste elettorali senza alcuna affiliazione partitica, non aveva votato nelle ultime due più recenti elezioni. Il suo bersaglio umano, però, era di tipo politico. Preciso, mirato, definito. Sui proiettili del fucile che ha usato per uccidere Kirk sono state trovate scritte antifasciste e anche le parole di “Bella ciao”, la canzone dei partigiani italiani.

Gli inizi brillanti, poi il blackout

Cresciuto in un sobborgo dello Utah, Tyler Robinson sembrava avere un futuro roseo. Aveva una famiglia unita, ottimi voti nei test standardizzati e una media scolastica di 4.0 (10 in Italia). Dopo essersi diplomato al liceo nel 2021, aveva girato un video in cui leggeva con orgoglio una lettera dell’Università statale dello Utah che gli offriva una borsa di studio quadriennale al merito. Ma ha lasciato i corsi dopo appena un semestre. Poi il buio, il punto di frattura, il blackout. Le autorità stanno cercando di capire cosa sia successo negli anni successivi per indurlo a salire su quel tetto e ad aprire il fuoco.

“Preferirei uccidermi piuttosto che costituirmi”, avrebbe detto Robinson, stando alla ricostruzione di un membro delle forze dell’ordine riportata. Decisiva è stata la pressione del padre, Matt. L’uomo, dopo aver visto le foto del killer diffuse dagli investigatori e poi dai media, si sarebbe rivolto al figlio: “Tyler, questo sei tu? Sembri tu”. Matt Robinson ha convinto il figlio a parlare con un pastore che collabora con l’ufficio dello sceriffo della Contea di Washington e con gli US Marshal. Nel colloqui, il 22enne ha ammesso le proprie responsabilità e attorno alle 22 di giovedì 11 settembre è stato preso in custodia dall’Fbi.

Un profilo ricorrente tra le reclute dei predicatori dell’odio

La sua parabola, pur con tutte le differenze del caso, ricorda molto quelle di tanti giovani problematici imboniti, radicalizzati e reclutati dai qaedisti o dai predicatori vicini all’Isis e alla galassia del terrore salafita. “L’abito non fa il monaco”. I cattivi maestri sono tutti uguali, a qualsiasi latitudine. Anche se al posto di turbanti e mitra hanno abiti casual e bollini “democratici”.


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