Tajani: “Colpire la finanza russa”. Ma in Italia prende fondi Ue
L'Italia è "paradiso" del "dark money" russo
“Tutta l’economia russa è orientata alla guerra, servono sanzioni che colpiscano la finanza russa al cuore”: una quasi aggressiva dichiarazione del vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Start su Sky Tg24 riporta in primo piano il quasi totalmente inevaso tema delle sanzioni agli oligarchi russi nel nostro Paese.
Tajani: “Colpire la finanza russa”
“Dobbiamo infiggere sanzioni finanziarie per impedire che Putin possa continuare a foraggiare il suo esercito”, i cui uomini “guadagnano tre volte in più rispetto a quello che guadagna un operaio russo”, ha aggiunto il titolare della Farnesina.
Finora, l’Italia ha provato ad adottare misure interne contro la Russia ei suoi oligarchi in linea con i pacchetti di sanzioni dell’Unione Europea, mirate a colpire la finanza russa e impedire il finanziamento dell’apparato militare guidato da Putin.
L’attuazione italiana delle sanzioni Ue è avvenuta tramite un Decreto del 2007, modificato nel 2017 e pure nel 2022, che prevede misure contro il finanziamento del terrorismo e attività di Paesi che minacciano la pace, estendendo tali norme alle sanzioni europee imposte alla Russia.
La caccia fallita agli investimenti russi in Italia
Le restrizioni hanno incluso il congelamento di fondi, risorse economiche mobili e immobili, e limitazioni agli scambi commerciali con prodotti a doppio uso e beni di lusso. Vietando altresì transazioni con banche russe, con un recente ampliamento delle banche sanzionate.
E l’Italia ha sequestrato beni per 140 milioni di euro appartenenti a oligarchi russi presenti o con interessi economici nel Paese, ad esempio un resort in Sardegna sigillato ad Alisher Usmanov. E sono stati congelati beni per un valore di circa 2,3 miliardi di euro riconducibili a persone fisiche, entità e organismi russi legati alla guerra.
Troppo poco, finora, rispetto a quanto è emerso e continua ad emergere. Il nostro Paese, è stato denunciato, continua ad essere un “paradiso” per il “dark money” russo. Recentissime, le rivelazioni su attività economiche avviate in Italia che hanno perfino goduto del finanziamento di fondi europei.
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