Napoli ricorda Giancarlo Siani a 40 anni dall’omicidio per mano della camorra
Un mese di iniziative a Napoli e provincia per ricordare il cronista de Il Mattino diventato un simbolo
Napoli e la sua intera provincia si preparano a un intenso calendario di iniziative per ricordare Giancarlo Siani, il giovane giornalista de Il Mattino ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985. A partire da mercoledì 17 settembre e per tutto il mese di ottobre, incontri, mostre, spettacoli e convegni celebreranno la memoria del cronista che, con le sue inchieste, aveva raccontato i retroscena del potere criminale a Torre Annunziata dopo l’arresto del boss Valentino Gionta. Il programma, presentato presso la sede partenopea dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, prevede una serie di appuntamenti che toccheranno luoghi simbolici della città e non solo, con momenti centrali il 19 settembre, giorno del compleanno di Siani, e il 23 settembre, anniversario del suo omicidio.
Le iniziative in ricordo di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra
Gli eventi in memoria di Siani saranno diffusi tra scuole, librerie, chiese, luoghi di giustizia e spazi culturali. Ci saranno convegni, reading, proiezioni cinematografiche, mostre d’arte e spettacoli teatrali. Un’occasione per riflettere sul valore del giornalismo d’inchiesta e sull’attualità del messaggio lasciato da Siani. Il 19 settembre, giorno del suo compleanno, si terranno eventi incentrati soprattutto sul rapporto tra giovani e informazione. Il 23 settembre, invece, l’omaggio ufficiale comincerà la mattina nel luogo dell’omicidio, a Napoli, con la deposizione dei fiori da parte del Comune. Sempre il 23, a Bruxelles, il Parlamento europeo ospiterà un convegno promosso dall’onorevole Sandro Ruotolo e alla presenza della presidente Roberta Metsola, dedicato ai giornalisti uccisi nel mondo. Mercoledì 17 settembre Villa Bruno a San Giorgio a Cremano ospiterà un reading dei suoi articoli accompagnato da un momento simbolico: un percussionista farà “suonare” la storica Mehari verde di Giancarlo Siani, auto divenuta emblema della sua vita e del suo sacrificio. Tra gli appuntamenti successivi, incontri con gli studenti, proiezioni di docufilm il 23 settembre a Napoli e spettacoli che raccontano la sua vicenda. Tutte iniziative che ribadiscono l’urgenza di un giornalismo d’inchiesta libero e coraggioso, capace di spiegare i fatti senza fermarsi alle versioni ufficiali. Un mese di eventi per ribadire che la sua eredità non è solo giornalistica, ma civile e culturale: un invito a non abbassare mai la guardia contro le mafie e a difendere la libertà di stampa.
Le parole dell’Ordine dei Giornalisti
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, ha sottolineato l’importanza del ricordo: “Gli appuntamenti sono tantissimi, tutti importanti. Il 23 ci sarà un programma intenso che andrà da Napoli a Torre Annunziata fino a Bruxelles. La figura di Giancarlo è sempre attuale e il suo messaggio è rivolto a tutte le generazioni, in particolare ai giovani giornalisti che vengono a ritirare il tesserino. Non solo per il mondo dell’informazione, ma per tutta la società civile”.
Il ricordo della famiglia
Profonda la testimonianza del fratello di Giancarlo, Paolo Siani, pediatra ed ex deputato: “Siamo inondati di iniziative sparse in tutto il Paese fino a Bruxelles. Non avrei mai immaginato che questo accadesse 40 anni dopo. Questo vuol dire che chi ha seminato in questi anni sta raccogliendo i frutti. È una speranza: significa che l’Italia può migliorare nel ricordo di Giancarlo e delle vittime innocenti delle mafie”. Il messaggio di Giancarlo Siani, a 40 anni dal suo omicidio, resta vivo e urgente. Le sue inchieste sulla camorra di Torre Annunziata, pagate con la vita, continuano a parlare alle nuove generazioni e a richiamare l’attenzione sull’importanza di una stampa indipendente. “Abbiamo bisogno sempre di più di un giornalismo di inchiesta – ha ribadito Paolo Siani –. Lo era all’epoca e lo è ancora oggi. Ma se lo si fa da soli, può essere pericoloso. Per questo servono più coraggio e più protezione per chi sceglie di raccontare la verità”.
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