Attualità

Stefano Barone (Nursind): “Puntare su sanità pubblica di qualità. Infermieri al centro”

di Marco Montini -


NurSind è uno dei principali sindacati infermieristici in Italia e da anni opera sul territorio nazionale per tutelare i diritti e le istanze della figura dell’infermiere e contribuire con dialogo istituzionale e proposte al miglioramento delle condizioni di lavoro della professione. Ne abbiamo parlato con il membro della direzione nazionale e segretario territoriale Nursind Roma, Stefano Barone, che ha anche fatto il punto della situazione sulla sanità pubblica italiana, approfondendo criticità e prospettive, e proponendo soluzioni per la difesa e il rilancio del personale infermieristico.

Stefano Barone, partiamo dal regionale. Negli ultimi anni si è parlato spesso di carenza di personale infermieristico negli ospedali di Roma e del territorio regionale del Lazio. Quali sono, secondo lei, le cause principali di questa situazione e quali soluzioni propone Nursind per affrontarla concretamente?

“Guardi, la carenza di infermieri è il frutto di anni di blocco del turnover, scelte politiche sbagliate e mancanza di programmazione. A questo si aggiungono condizioni di lavoro insostenibili e stipendi poco attrattivi, che spingono molti professionisti a lasciare il sistema pubblico o a trasferirsi all’estero. Come Nursind, chiediamo un piano straordinario di assunzioni, incentivi economici reali e la creazione di condizioni che rendano la professione nuovamente attrattiva”.

In Italia, si parla e propone da tempo di riformare il sistema dell’emergenza-urgenza, anche attraverso la creazione di presidi territoriali alternativi al Pronto Soccorso. Qual è la posizione di Nursind su questi modelli e ritiene che possano alleggerire il carico degli ospedali? 

“Siamo favorevoli, ma con una condizione: che non siano solo progetti sulla carta. Servono risorse, personale e organizzazione. Se ben realizzati, questi presidi possono alleggerire la pressione sugli ospedali e ridurre l’ingolfamento dei pronto soccorso. Se invece vengono creati senza programmazione, rischiano solo di scaricare ulteriori responsabilità sugli infermieri”.

Uno dei temi più discussi a livello nazionale è il riconoscimento del ruolo e delle competenze avanzate degli infermieri. A che punto siamo nel nostro Paese rispetto ad altre nazioni europee, e quali riforme auspicate a livello legislativo? 

“L’Italia è indietro: in molti Paesi europei esistono figure riconosciute come l’infermiere di pratica clinica avanzata, con competenze autonome e ruoli specialistici. Qui, invece, la professione rimane bloccata da resistenze e vincoli normativi. Nursind chiede una riforma legislativa che riconosca le competenze avanzate e permetta agli infermieri di assumere ruoli specialistici, migliorando l’efficienza del sistema e la qualità dell’assistenza.

Barone, numerosi infermieri lamentano condizioni di lavoro sempre più stressanti e retribuzioni non adeguate alle responsabilità richieste. Che iniziative sta portando avanti il Nursind a livello nazionale per migliorare il trattamento economico e contrattuale della categoria?

“Come Nursind ci battiamo per un contratto che non si limiti a piccoli aumenti simbolici, ma che riconosca il reale peso delle responsabilità infermieristiche. Vogliamo indennità adeguate, la revisione del sistema dell’esclusività e percorsi di carriera che fermino la fuga di professionisti. Abbiamo sempre portato queste richieste ai tavoli di contrattazione e continueremo a farlo, anche con la mobilitazione se necessario.

Quali sono le principali richieste che Nursind intende portare all’attenzione delle istituzioni? E quali priorità dovrebbe avere, secondo voi, la sanità pubblica nei prossimi anni? “Le nostre richieste principali sono: un piano straordinario di assunzioni di infermieri; aumenti retributivi concreti e indennità specifiche. Riconoscimento delle competenze avanzate. Sicurezza nei luoghi di lavoro e contrasto alle aggressioni. Potenziamento della rete territoriale per ridurre la pressione sugli ospedali. La priorità deve essere chiara: garantire una sanità pubblica di qualità e accessibile, mettendo al centro chi ogni giorno la fa funzionare, cioè gli infermieri e tutto il personale sanitario”.


Torna alle notizie in home